MADRID. Doccia fredda ieri sera per i promotori del referendum sull’eutanasia in Italia, in particolare per l’Associazione Luca Coscioni, che aveva raccolto nei mesi scorsi 1,2 milioni di firme. La Corte Costituzionale ha giudicato inammissibile il referendum sull’eutanasia attiva. Il referendum, riporta il giornale “il Post”, è stato respinto perché in caso di legalizzazione dell’eutanasia “non sarebbe stata preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”. Avevano firmato per questo referendum anche molti italiani all’estero, grazie alla possibilità da poco introdotta di votare tramite firma digitale.
Niente referendum sull’eutanasia in Italia, un anno fa la legalizzazione in Spagna
Non si voterà quindi sull’eutanasia in Italia questa primavera. I promotori del referendum, che sognavano così di seguire la Spagna che lo scorso anno ha legalizzato l’eutanasia con una legge approvata dalla maggioranza del Parlamento, restano quindi con l’amaro in bocca. Marco Cappato, leader dell’associazione Luca Coscioni ha scritto in un tweet: “La Consulta ha deciso: non potremo votare il Referendum #EutanasiaLegale. Percorriamo altre strade: disobbedienza civile, ricorsi. Mi dispiace per chi dovrà sopportare ancora una condizione di sofferenza, e per la democrazia italiana. Ma otterremo l’obiettivo”.
18 marzo 2021. La Spagna legalizza l’eutanasia: è uno dei primi paesi al mondo a farlo
La legge sul suicidio assistito
Intanto giovedì 17 febbraio alla Camera dei deputati inizieranno le votazioni sul testo della legge che vuole introdurre in Italia il suicidio assistito, che è comunque cosa diversa rispetto all’eutanasia.