Spagna, ecco come sono andate le elezioni in Castiglia e León: i risultati e le cose da sapere

avila
Le mura medievali di Avila, una delle province della Castiglia e Leon.

MADRID. Il 13 febbraio si sono tenute le elezioni regionali anticipate in Castiglia e León, una delle diciassette Comunità Autonome spagnole, con poco più di 2 milioni di abitanti e la più estesa in termini di territorio. Le elezioni erano state anticipate dal presidente uscente, del Partido Popular (destra), Alfonso Fernández Mañueco, che voleva provare a seguire le orme della presidente della Comunità Autonoma di Madrid, Isabel Diaz Ayuso, che lo scorso anno aveva anticipato le elezioni regionali per rafforzarsi e per liberarsi del socio di coalizione, Ciudadanos. La presidente madrilena ci è riuscita lo scorso maggio. Stavolta però la strategia non è riuscita, perché il PP, pur risultando primo partito dalle elezioni del 13 febbraio (solo un punto e mezzo percentuale sopra i socialisti del PSOE), rimane ben lontano dagli obiettivi di “trionfo” che aveva previsto, e non potrà governare da solo ed avrà bisogno dell’appoggio di Vox, partito di ultradestra, guidato da Santiago Abascal, che ha ottenuto quasi il 18% dei voti. Naufraga quindi la strategia del PP di convocare elezioni anticipate per ottenere un bagno di voti, e una maggioranza assoluta con cui poter governare da soli nella regione autonoma.

Fallisce la strategia del PP che aveva convocato elezioni anticipate, forte aumento di voti per Vox

Diversi giornali spagnoli indicano oggi Vox come il vero chiaro vincitore delle elezioni di ieri, perché da questa formazione politica dipenderanno le future mosse del PP. Il Partido Popular fallisce nel tentativo di ripetere il successo del maggio 2021 a Madrid e permette all’ultradestra di rafforzarsi. Il PP rimane senza la maggioranza assoluta a cui aspirava, ma anche senza la possibilità di un governo di minoranza in solitaria, perché stavolta Vox, che passa da 1 consigliere eletto nel 2019 a 13 eletti ieri, non glielo permetterà.

I socialisti secondo partito, a 15mila voti dal PP

I socialisti del PSOE erano stati i più votati nelle elezioni del 2019, ma non avevano i numeri per governare. La destra del PP si era quindi coalizzata con Ciudadanos (Cs), governando fino a dicembre 2021, fino all’attuale rottura e convocazione di elezioni anticipate. I socialisti stavolta sono andati peggio, ma restano comunque a soli 15mila voti dal PP. I socialisti speravano in una rimonta e in una storica lezione al PP, con un sorpasso che avrebbe reso ancora più amaro il risultato per l’avversario politico. Nella regione autonoma, va ricordato, il PP governa ininterrottamente da 35 anni. I socialisti però non possono festeggiare: perdono 7 deputati regionali rispetto al 2019.

Ciudadanos conferma il suo declino

Il partito Ciudadanos si conferma in grave declino: aveva ottenuto 12 consiglieri regionali nel 2019, stavolta ne ottiene solo uno. Ha ottenuto il 4,5% dei voti.

Unidas Podemos non ha motivi per festeggiare

Le forze alla sinistra del PSOE non possono festeggiare neanche: Unidas Podemos ottiene un solo consigliere, uno in meno rispetto al 2019 (quando la sinistra si presentò divisa tra IU e Podemos). Va anche detto che il suo risultato in percentuale è del 5% (e Ciudadanos poco meno, al 4,5%), ma ottiene meno consiglieri di partiti minori per via del sistema elettorale, che premia i primi arrivati a livello provinciale penalizzando invece partiti che ottengono più voti, ma spalmati su tutto il territorio.

Per UP e PSOE però, i due partiti che governano a livello nazionale in un esecutivo di coalizione guidato da Pedro Sanchez, i risultati sono poco incoraggianti e dalle urne si profila una bocciatura.

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Lorenzo Pasqualini

Madrid a El Itagnol
Giornalista italiano a Madrid, caporedattore di Meteored Italia e autore-fondatore del sito di informazione "El Itagnol - Notizie dalla Spagna e dall'Italia".