23 Settembre 2023

Spagna, Sánchez rettifica: “invieremo armi all’Ucraina in forma diretta”, ma il governo si spacca per il “no” di Unidas Podemos

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Pedro Sánchez parla davanti al Congresso la mattina del 2 marzo 2022. Fermo immagine diretta RTVE.

MADRID. Il premier spagnolo, Pedro Sánchez, rettifica la decisione dei giorni scorsi e invierà armi all’Ucraina in modo diretto. “Anche la Spagna invierà armi offensive alla resistenza dell’Ucraina”, ha detto Sanchez questa mattina nel Congresso dei Deputati. Il governo di coalizione, formato da socialisti e Unidas Podemos, si era inizialmente differenziato dalla maggior parte dei paesi europei – compresa l’Italia o il vicino Portogallo – e aveva deciso di non inviare armi offensive all’Ucraina, bensì solo attraverso il meccanismo europeo. In sostanza, l’invio di armi sarebbe avvenuto in ugual modo, ma sotto l’ombrello della UE. Sánchez ha motivato questo cambiamento anche per la pressione dell’opposizione, con il PP che aveva messo in dubbio l’impegno del governo spagnolo nel sostenere il paese invaso militarmente dalla Russia. La Spagna aveva sottolineato lunedì di aver inviato all’Ucraina aiuti umanitari e materiale per la difesa.

Spaccatura nel governo spagnolo sulla guerra in Ucraina

La decisione acuisce comunque la divisione interna al governo, con Podemos che non nasconde di essere contraria all’invio di armi, sia in forma diretta che con il meccanismo europeo. Nessun deputato di Unidas Podemos e nessun ministro di questa forza politica della sinistra ha applaudito il presidente del governo. Secondo UP l’invio di armi offensive e letali può scatenare una scalata nella tensione bellica fino a un possibile conflitto mondiale e bisognerebbe invece fermare Putin con altri mezzi, come l’intensificazione della diplomazia. I deputati di UP hanno criticato l’assenza della parola “forzi diplomatici” nel discorso di Sanchez. La vicepresidente Yolanda Díaz, leader di Unidas Podemos e da mesi considerata la possibile leader di una futura forza politica della sinistra spagnola, ha invece affermato che “tutte le misure per fermare questa guerra saranno condivise dal Governo”.

La spaccatura di stamattina nel governo di coalizione, nato poco più di due anni fa, a inizio gennaio 2020, suppone un salto di qualità secondo l’agenzia EuropaPress rispetto ai litigi di qualche mese fa sulla riforma del lavoro. Stavolta infatti Unidas Podemos ha criticato con forza il premier, mentre in quell’occasione aveva indirizzato le critiche alla vicepremier Nadia Calviño. Le divisioni nel governo sono state numerose in questi due anni, su altri temi come la riforma fiscale o la legge che interveniva sul prezzo degli affitti.

Le parole di Pablo Iglesias contro l’invio di armi

Unidas Podemos insiste nella forte condanna all’invasione russa dell’Ucraina, ma allo stesso difende la posizione di un “no” all’invio di armi. Il portavoce di UP, Pablo Echenique, parla di “brutale invasione che va condannata e che noi condanniamo” ed ha aggiunto che bisogna “difendere le vie pacifiche di risoluzione dei conflitti”, attraverso un’intensificazione della via diplomatica. Qui sotto l’intervento dell’ex leader e fondatore di Podemos, Pablo Iglesias, in un intervento di questa mattina.

“Si no defendemos la paz se va a quedar la paz sola. Se nos tach

Sánchez: “Putin disprezza la democrazia”

Sánchez è intervenuto oggi in Parlamento affermando che “Putin non accetta il consolidamento della UE come potenza globale e non vuole che la democrazia avanzi, per questo attacca la nostra sicurezza, per avere un’Europa più debole”. “Ha cercato di dividere l’Europa con fake news – ha aggiunto – con spionaggi, e credeva che stavolta ci avrebbe diviso di nuovo, ma ha trovato davanti a sé una Spagna più unita che mai”. Sanchez ha aggiunto: “una delle misure che la Spagna promuoverà nell’ambito dell’Unione Europea e nell’Ocse è la dichiarazione della Russia come paradiso fiscale”.

“Putin teme l’Europa perché teme la democrazia”

“L’invasione russa dell’Ucraina – aggiunge ancora il premier – è una aperta violazione della legalità internazionale ma ha trovato un forte rifiuto internazionale.  “Putin teme l’Europa perché teme la democrazia, e per questo attacca l’Europa. Vuole distruggere la creazione di una Europa forte”.

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