
MADRID. Circa tremila persone hanno manifestato a Barcellona, lo scorso 18 settembre, contro il sistema dell’immersione linguistica in catalano usato in Catalogna, chiedendo che il castigliano tenga più spazio nelle classi scolastiche della comunità autonoma.
La manifestazione era organizzata dai tre partiti della destra spagnola, il Partido Popular (PP), Vox e Ciudadanos. La Guàrdia Urbana di Barcellona ha stimato una presenza di 2800 persone. In testa al corteo, partito dall’Arco di Trionfo, uno striscione dal titolo “Español, lengua vehicular”. Nel corteo, molte persone esibivano cartelli a favore del bilinguismo in Catalogna e contro l’indipendentismo. Molte anche le bandiere nazionali spagnole, e alcune bandiere istituzionali della Catalogna.
Manifestación en Barcelona reclamando que el castellano sea lengua vehicular, al igual que el catalán
📽️ Por Soledad Domínguez pic.twitter.com/awgmKJ9ez8
— Cadena SER (@La_SER) September 18, 2022
L’immersione linguistica nelle scuole della Catalogna
Il Programma di Immersione Linguistica in Catalogna si rimonta agli anni ’80, e prevede che in tutte le scuole pubbliche della Catalogna le materie vengano insegnate in catalano. Non è previsto quindi l’uso del castigliano nelle scuole catalane. L’idea alla base dell’immersione linguistica era che, in una società dove il castigliano aveva una presenza massiccia, parlata nelle strade, tra le persone e nelle famiglie, l’insegnamento in catalano garantiva il bilinguismo e la permanenza della lingua nella società, che altrimenti si sarebbe persa generazione dopo generazione.
Questo sistema va avanti dagli anni ’80, ma i partiti della destra vedono nell’immersione linguistica una minaccia alla sopravvivenza del castigliano in Catalogna. Questo acceso dibattito si è infiammato negli ultimi dieci anni a seguito della crescita del movimento indipendentista.
La sentenza del Tribunale di Giustizia della Catalogna
Negli ultimi mesi c’è stato uno sviluppo ulteriore rispetto all’immersione linguistica in Catalogna, a seguito di una sentenza del Tribunal Superior de Justicia de Catalunya (TSJC) che impone un 25% di castigliano in tutti i centri educativi della Catalogna, e non solo in quelli dove famiglie contrarie all’uso del catalano lo chiedevano. La vicenda dell’immersione linguistica si è trasformata in una nuova fonte di accesi dibattiti che promette di andare avanti nei prossimi mesi.
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