
MADRID. Il 1° ottobre del 2022 sono stati ricordati i primi cinque anni dalla fatidica giornata dell’1 ottobre 2017, conosciuto in Spagna come “1-O”. Quel giorno – che seguimmo su El Itagnol con una diretta – si tenne in Catalogna un referendum che non aveva valore ufficiale e che era stato dichiarato illegale dalla magistratura spagnola e che era stato convocato dal Governo di allora, guidato da Carles Puigdemont. Fu un periodo turbolento, un momento delicatissimo per la Spagna con una crisi istituzionale senza precedenti (“uno scontro tra treni”, indicarono alcuni giornali), accompagnato da forti mobilitazioni indipendentiste nelle strade della Catalogna.
Nel giorno del referendum si verificarono cariche da parte delle forze dell’ordine, per impedire lo svolgimento delle votazioni. La decisione di gestire quella giornata mettendo in campo migliaia di agenti antisommossa, un fatto su cui ancora oggi c’è molto dibattito, venne presa dal governo del Partido Popular guidato da Mariano Rajoy. Ci furono centinaia di feriti. A cinque anni da quei fatti, nessun agente è sotto processo, e anche questo è motivo di polemiche.
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Nelle settimane successive ci furono nuove mobilitazioni e un tentativo da parte del governo indipendentista di proclamare unilateralmente l’indipendenza, a fine ottobre, un tentativo che però fallì. I fatti dell’autunno 2017 hanno avuto enormi influenze sulla storia politica spagnola degli ultimi 5 anni, ma le cose sono cambiate.
Cinque anni fa i partiti che componevano l’arco indipendentista e che avevano la maggioranza nel Parlamento catalano erano uniti, appoggiati da mobilitazioni nelle strade e da due associazioni molto radicate nel territorio, ANC e Òmnium. Cinque anni dopo questa situazione è completamente cambiata.
L’appoggio esterno di ERC al governo nazionale di Pedro Sanchez
Già dal 2020, il partito indipendentista ERC ha iniziato ad appoggiare esternamente l’attuale governo di Pedro Sanchez, un esecutivo di coalizione formato da socialisti e sinistra ecologista, a cambio di un tavolo di dialogo nel quale in sostanza Madrid si sedeva ad ascoltare quello che voleva la Comunità Autonoma della Catalogna. Un dialogo che era mancato con i governi del PP, da sempre ostili a qualsiasi richiesta di maggior autonomia della Catalogna. Questo partito catalano è stato indispensabile per la nascita del governo Sanchez.
La DIRETTA de El Itagnol del 1° ottobre del 2017
Il maggior dialogo ha sostanzialmente spinto ERC su posizioni molto meno dure ed intransigenti con Madrid, ed il fronte indipendentista ha iniziato a mostrare forti crepe. Del resto, negli ultimi anni ci sono stati già numerosi esecutivi nella Comunità Autonoma, elezioni anticipate e una forte instabilità politica.
L’ultima evidenza della rottura del fronte indipendentista un tempo compatto, è la crisi di governo esplosa in questi giorni di inizio ottobre 2022, che ha portato all’uscita del partito Junts (legato alla figura di Puigdemont, da anni all’estero per sfuggire alla giustizia spagnola), dal governo, nel quale rimane soltanto ERC, in esecutivo di minoranza. Il governo regionale attuale, guidato da Pere Aragonés, aveva soltanto un anno e mezzo di vita, ma si trova già in crisi e deve adesso rimodellarsi e trovare nuovi appoggi dai partiti non indipendentisti.
Il corteo nel giorno della Diada 2022, meno partecipato
Un altro segno dei tempi diversi rispetto agli ultimi anni è arrivato, l’11 settembre scorso, dalla tradizionale manifestazione indipendentista che si tiene a Barcellona nel giorno della Diada, la festa nazionale catalana. Negli anni scorsi questa data aveva concentrato in piazza diverse centinaia di migliaia di persone, con cortei enormi a favore dell’indipendenza. Quest’anno le fratture e le divergenze tra realtà secessioniste si sono fatte sentire anche nel corteo, meno partecipato. Nel corteo, inoltre, era evidente la richiesta di dimissioni del governo attuale, che secondo i manifestanti avrebbe abbandonato l’idea iniziale di indipendenza dalla Spagna.
Anche a livello di sondaggi viene fotografata una situazione diversa rispetto a 5 anni fa. I catalani favorevoli all’indipendenza dalla Spagna oggi sono il 41 per cento, e i contrari il 52, mentre cinque anni fa erano il 48,7 per cento dei catalani era favorevole a un’indipendenza dalla Spagna.
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