Spagna, approvata definitivamente la Legge di Memoria Democratica che dichiara illegale la dittatura franchista. Le destre votano contro

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Il Congresso dei Deputati di Madrid (26 aprile 2019) – foto L.Pasqualini

MADRID. Il Parlamento spagnolo ha approvato definitivamente, lo scorso 5 ottobre, la nuova Ley de Memoria Democrática, proposta mesi fa dal Governo di coalizione socialisti-Unidas Podemos guidato da Pedro Sanchez. Già in estate era stata approvata dal Congresso dei Deputati, ora è arrivato anche il “sì” del Senato. La nuova legge, in un paese segnato da un’anomalia in confronto ai paesi europei vicini nel ricordo della dittatura franchista e delle sue vittime, è passata con difficoltà ed ha rischiato più volte di arenarsi per mancanza di consensi. Alla fine il disco verde è arrivato, ma con il “no” di tutto il blocco delle destre, dal PP a Vox, i due partiti che nel 2023 – stando ai sondaggi attuali – potrebbero aspirare a governare il paese in coalizione.

La nuova legge di Memoria Democratica, von i voti contrari di PP e Vox

La nuova legge di Memoria Storica segue il cammino aperto nel 2007 dal governo socialista di Zapatero, che per la prima volta – in un paese dove la dittatura era terminata 33 anni prima – interveniva su una serie di questioni spinose, come la presenza in molte città spagnole di strade intitolate ai gerarchi della dittatura. Grazie a quella norma vennero eliminati molti nomi legati alla dittatura dalle strade delle città spagnole, ma anche statue ed effigi risalenti a quel periodo buio.

La nuova legge, su cui il governo attuale lavora da anni, segue quel cammino, intervenendo su altri aspetti su cui la Spagna non mise le mani nel delicato passaggio dalla dittatura alla democrazia (con la la delicata fase della Transizione) e rimaste poi in sospeso fino ai giorni nostri. Tra i punti più importanti della nuova legge c’è la dichiarazione di “illegalità” della dittatura franchista, e l’annullamento delle sentenze del franchismo. Tutti fatti archiviati dalla storia, ma su cui a livello ufficiale non era stata mai messa una parola fine dallo stato spagnolo.

Le chiavi della nuova “Ley de Memoria”: illegalità della dittatura e delle sue sentenze, reato di apologia di franchismo e responsabilità dello Stato nella riapertura delle fosse comuni della guerra civile

La nuova legge dichiara illegale la dittatura franchista, annulla le sentenze dei suoi tribunali, introduce finalmente la responsabilità dello Stato nell’esumazione dalle fosse comuni (in Spagna si calcola che nelle fosse comuni della guerra civile vi siano ancora decine di migliaia di persone mai esumate), introduce  sanzioni per chi inneggia al golpe di stato franchista del 1936, o alla dittatura, o umilia le vittime (in Spagna non esiste il reato di apologia di fascismo e neanche il divieto per partiti o associazioni che si rifanno a quel passato, ed è presente ad esempio una fondazione privata intitolata a Francisco Franco). Prevista anche una riassegnazione della Valle de los Caìdos, l’enorme mausoleo costruito da Franco alle porte di Madrid dove fino a tre anni fa era sepolto il dittatore – fatto esumare dal primo governo Sanchez -, e il ritiro dei titoli nobiliari a Franco. 

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Perché la destra ha votato contro?

Non è la prima volta che le destre spagnole si oppongono a una legge che cerca di riallineare la Spagna al resto degli altri paesi europei nel suo rapporto con la memoria del passato, recuperando terreno su questioni che dovevano essere risolte decenni fa.

Anche ieri, nella seduta che ha approvato definitivamente questa legge, i partiti della destra hanno accusato il governo di sinistra di “voler riaprire vecchie ferite”, o di imporre una visione della storia basata su una visione di sinistra. PP e Vox hanno parlato anche di “tradimento agli spagnoli” tirando in ballo perfino, come spesso accade nelle sedute parlamentarie, la banda terrorista dell’ETA non più in funzione da oltre dieci anni.

I partiti di governo si mostrano sorpresi per il “no” delle destre. “Perché rifiutate una legge che è un atto di giustizia elementare?”, ha chiesto al blocco delle destre, formato da PP, Ciudadanos e Vox, la socialista Eva Granados. Dal canto loro PP e Vox assicurano che la derogheranno quando andranno al governo. Non è una novità, dicevamo, e le destre sono andate oltre negli ultimi anni. A Madrid, ad esempio, dove hanno deciso di rimuovere una targa dedicata al socialista Indalecio Prieto, o il nome di Largo Caballero dalla toponomastica.

Il partito catalano ERC, Esquerra Republicana, si è astenuto criticando il fatto che la legge non fa abbastanza per portare la Spagna fuori dall’anomalia che la contraddistingue rispetto alla memoria storica del XX secolo.

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Problemi col passato, dalla Spagna all’Italia

Guardando dalla Spagna, risulta curioso analizzare il modo con cui i mass media spagnoli hanno trattato le recenti elezioni italiane del 25 settembre, e come invece hanno riportato la votazione del 5 ottobre sulla Ley de Memoria Democratica. La vittoria del partito Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, erede della tradizione post-fascista del Movimento Sociale Italiano (basta vedere la fiamma nel simbolo), è stata riportata da numerosi media spagnoli come una vittoria di un partito “post-fascista” e di ultradestra.

Gli stessi media non sembrano però dare lo stesso peso al fatto che partiti politici spagnoli come PP, Vox e Ciudadanos, siano sempre contrari a qualsiasi intervento che faccia i conti con la dittatura franchista. Non si può certo dire che sono partiti filo-franchisti (nonostante Vox abbia riportato in Parlamento una sorta di “neo-franchismo” 2.0), ma colpisce che i partiti della destra democratica siano così contrari a una legge come questa.

La Spagna non ha monumenti anti-franchisti, e le vittime del bando repubblicano non sono mai state celebrate in atti dello Stato. Le decine di migliaia di vittime repubblicane sepolte nelle fosse comuni dalla guerra civile e dagli anni successivi alla vittoria del franchismo, mai esumate, chiedono inoltre soltanto una cosa: essere ricordate. Ed è tempo che lo stato spagnolo lo faccia in modo unitario. Non è riaprire vecchie ferite, è fare i conti col passato e archiviare definitivamente le pagine nere.

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Lorenzo Pasqualini

Madrid a El Itagnol
Giornalista italiano a Madrid, caporedattore di Meteored Italia e autore-fondatore del sito di informazione "El Itagnol - Notizie dalla Spagna e dall'Italia".