MADRID. Il 2 novembre scorso il premier spagnolo Pedro Sánchez, che guida dal 2020 un governo di coalizione di sinistra, ha fatto gli auguri alla nuova premier italiana Giorgia Meloni, che guida il nuovo governo di destra uscito dalle elezioni del 25 settembre. Lo ha fatto undici giorni dopo il giuramento della nuova presidente del Consiglio, con un po’ di ritardo rispetto ad altri neo-presidenti, come avevano sottolineato i giornali spagnoli.
A quasi un mese di distanza dall’insediamento di Meloni come nuovo presidente del Governo, si segnalano già le prime freddezze tra Roma e Madrid, capitali dei due paesi del Sud Europa più popolosi. Le distanze si fanno vedere sul diverso modo di affrontare gli arrivi di migranti che attraversano il Mediterraneo per raggiungere l’Europa.
Presa di distanza di Madrid da Roma sulla gestione dei flussi migratori
Nella serata di sabato scorso il governo Sanchez si è pronunciato in modo chiaro – smarcandosi da Roma – a seguito della dichiarazione di quattro paesi mediterranei, l’Italia, la Grecia, Malta e Cipro, che hanno affermato congiuntamente di “sostenere l’onere più gravoso della gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo” e che “le regole sulle ricollocazioni non stanno funzionando e devono essere obbligatorie, mentre il lavoro delle ONG nel Mediterraneo va ricondotto nell’alveo del diritto internazionale”.
“La Spagna – ha affermato un portavoce del ministero dell’interno spagnolo – non può sostenere proposte che premierebbero i paesi che non rispettano i loro obblighi in termini di diritto marittimo internazionale e che andrebbero a discapito di quelli che, come la Spagna, rispettano i loro obblighi internazionali e salvano vite con risorse pubbliche”.
Negli ultimi anni le relazioni tra Roma e Madrid si erano intensificate, con un forte miglioramento degli scambi tra governi. Bisognerà vedere ora se questo buon clima andrà avanti nonostante le evidenti differenze tra i due governi su molti temi.
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