Spagna, il punto della situazione un mese dopo le elezioni anticipate

Riflettori puntati sul Congreso de los Diputados di Madrid: aspettando la notte elettorale del 26 giugno (24 giugno 2016)
Riflettori puntati sul Congreso de los Diputados di Madrid: aspettando la notte elettorale del 26 giugno (24 giugno 2016) – foto L.Pasqualini

MADRID. Il 26 luglio prossimo si compie un mese esatto dalle elezioni anticipate in Spagna, ma ancora non si è risolta l’impasse politica. Non si sa, in sostanza, che governo avrà la Spagna a partire dall’autunno, quando questa torrida estate 2016 sarà terminata.

L’altro ieri però c’è stato un fatto importante che ha mosso le cose in una direzione (e di parecchio). E’ stata eletta una donna come Presidente del Congresso, una carica istituzionale importante: si tratta di Ana Pastor, deputata del conservatore Partido Popular. Amica intima del primo ministro uscente Mariano Rajoy, la Pastor è stata eletta con i voti del PP e di Ciudadanos, oltre che grazie all’astensione dei nazionalisti baschi e catalani. Sei mesi fa, dopo le elezioni del 20 dicembre 2015, era stato eletto il socialista Patxi Lopez. Già questo è un sintomo che le cose sono cambiate, ed il voto PP-Ciudadanos potrebbe diventare qualcosa di più che un semplice accordo momentaneo per l’elezione di una carica istituzionale

I socialisti confermano il “no” ad un governo con Rajoy e rifiutano di aiutarlo a governare astenendosi

Questa elezione vuol dire molto. Significa che c’è stata una convergenza fra PP e Ciudadanos per eleggere una carica importante, e che lo scenario di un governo di centro-destra diventa più probabile.

La deputata del PP Ana Pastor è stata eletta Presidente del Congreso con i voti del PP e di Ciudadanos
La deputata del PP Ana Pastor è stata eletta Presidente del Congreso con i voti del PP e di Ciudadanos

Il 9 luglio scorso i socialisti, guidati da Pedro Sanchez, hanno ripetuto “no” alle richieste del PP di formare un governo di unità nazionale. Un “no ” a tutto campo: no a governo di coalizione, e no ad un’astensione nella fase di investitura, che permetterebbe alla destra di formare un governo di minoranza. Il no dei socialisti ha fatto parlare la stampa di “possibilità di terze elezioni”. Ma tutti sanno che questa opzione è assai improbabile.

Sommando i deputati di PP e Ciudadanos (che ha comunque confermato il suo “no” ad un’investitura di Rajoy), non si riuscirebbe infatti a formare un governo, e sarebbe necessaria l’astensione di altri partiti. I nazionalisti baschi e catalani per il momento non sembrano disposti all’astensione. Probabilmente saranno proprio i socialisti del PSOE a tendere la mano per evitare una ripetizione delle elezioni che sarebbe, a questo punto, piuttosto clamorosa. Come? Astenendosi nella votazione di fiducia, per l’investitura del nuovo governo.

I socialisti potrebbero evitare le terze elezioni all’ultimo momento…

Una tesi che gira in queste ore parla di un possibile scenario di “emergenza”: i socialisti potrebbero votare contro Rajoy nella prima votazione di fiducia (che avverrà il 2 agosto), ma astenersi nella seconda, per evitare l’inesorabile proclamazione di terze elezioni, le seconde elezioni anticipate in pochi mesi.

Il leader del Partito Socialista spagnolo (PSOE), Pedro Sanchez
Il leader del Partito Socialista spagnolo (PSOE), Pedro Sanchez

Anche Ciudadanos farà probabilmente la stessa cosa, dicendo no a Rajoy in prima votazione e astenendosi nella seconda, per “senso di responsabilità”.

Rajoy avrebbe dalla sua anche 1 voto del partito delle Isole Canarie (CC), ottenendo 170 voti a favore. Si avrebbe così un blocco di minoranza (la maggioranza assoluta si raggiunge con 176 deputati), che potrebbe diventare forza di governo con l’astensione dei socialisti e dei nazionalisti baschi e catalani.

Intanto il leader di Unidos Podemos, Pablo Iglesias (di cui abbiamo parlato oggi in occasione dei 15 anni dal G8 di Genova, a cui lui partecipò), ha detto ai giornalisti che vede ormai “impossibile” la formazione di un governo delle sinistre, formato cioè da Socialisti e Unidos Podemos. Del resto i numeri mancavano fin dall’inizio, e l’ostilità del PSOE verso Podemos è aumentata negli ultimi mesi.

Il vento inizia a spingere insomma sempre più verso un governo di centro-destra in Spagna, salvo colpi di scena. A questo punto solo l’ostinazione del PSOE di impedire l’investitura di Rajoy potrebbe portare ad un altro risultato. Ma le vecchie guardie del Partito Socialista avrebbero appoggiato un governo di unità nazionale già a gennaio, figuriamoci ora, dopo sette mesi di impasse. Lo stesso Felipe Gonzalez, primo ministro socialista in Spagna per 16 anni fra gli anni ’80 e ’90, si è detto favorevole ad appopggiare il PP per sbloccare la situazione. Ed intanto l’Unione Europea chiede nuovi sacrifici economici…

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