Il 19 giugno del 1987, Barcellona diventava teatro del più sanguinoso attentato compiuto dall’ETA in Spagna.
Un’autobomba esplose presso un centro commerciale della catena Hipercor, nella città catalana, causando 21 vittime e 45 feriti.
L’ETA aveva avvisato, circa 35 minuti prima dello scoppio della bomba, la polizia locale di Barcellona, eseguendo tre telefonate da cabina telefonica. Il centro commerciale non venne però evacuato. Per questa mancata evacuazione lo stato spagnolo è stato condannato nel 1994 per “negligenza”. Gli autori della strage vennero invece condannati a più di 700 anni di carcere.
21 morti e 45 feriti nel più sanguinoso attentato dell’ETA
L’ETA solitamente colpiva installazioni militari, poliziotti e membri della Guardia Civil; in questo caso colpì un luogo pubblico. L’attentato dell’Hipercor di Barcellona segnò un punto di svolta nella storia dell’ETA, e nella storia della lotta a questa organizzazione.
L’attentato all’Hipercor segna un punto di svolta nella storia dell’ETA e nella lotta dello Stato contro il gruppo basco
L’attentato, con una così grande ripercussione sul popolo spagnolo, divise per la prima volta la sinistra indipendentista basca, creò crepe nella stessa organizzazione, solidificò un forte sentimento anti-ETA nell’opinione pubblica, stufa di attentati e clima di guerra e creò un clima di appoggio popolare alle forze dell’ordine, fino ad allora delegittimate per via della cosiddetta “guerra sporca” (l’utilizzo dei famigerati GAL, battaglioni paramilitari, nella lotta contro il gruppo armato indipendentista).
Anche chi fino ad allora ancora giustificava o comunque non condannava in modo totale le azioni del gruppo basco, specie nei movimenti di sinistra, cambiò idea dopo quell’evento.
Il 19 giugno del 1987 segnò insomma l’inizio della fine dell’ETA. Tuttavia sarebbero dovuti passare ancora molti anni (e molti morti) prima della dichiarazione di abbandono della lotta armata, avvenuta nel 2011.
Lorenzo Pasqualini
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