
Migliaia di olivicoltori provenienti da tutta la Spagna hanno manifestato oggi a Madrid per chiedere un pacchetto urgente di misure che rimedino alla grave crisi del settore. Secondo quanto hanno informato i rappresentanti delle organizzazioni agricole che convocavano la protesta, Asaja, COAG e UPA, i prezzi attuali sono al di sotto dei costi di produzione.
Prezzi al di sotto dei costi di produzione
Il forte ribasso del prezzo dell’olio di quest’anno, insieme alla minaccia dei dazi statunitensi, stanno creando una grave crisi che, secondo le stesse fonti, colpisce 250.000 famiglie spagnole. Se questa situazione perdurasse, “sarebbe la rovina per gli olivicoltori tradizionali”, affermano i rappresentanti di queste associazioni di categoria. Bisogna ricordare che ci sono zone dell’Andalusia, da cui viene l’80% dell’olio spagnolo, dove l’oliva è il principale motore economico, che frena lo spopolamento delle campagna.
Prezzo dell’olio, crollato del 30% in due anni
Negli ultimi due anni, il prezzo dell’olio extra vergine di oliva all’origine è crollato del 30%, in Spagna, passando dai 3,6-3,7 euro al chilo di due anni fa ai 2,5 euro di questi giorni. Ancora nel 2018 il prezzo si piazzava al di sopra dei 3 euro al chilo. Nonostante la Spagna sia il paese che più olio produce a livello mondiale, è anche quello con i prezzi all’origine più bassi dell’Unione Europea.
Le fluttuazioni del prezzo – denunciavano le organizzazioni presenti oggi nel corteo – sono fortemente legate alla speculazione, alle grandi aziende distributrici, alle aziende che si occupano dell’imbottigliamento. Grandi imprese spagnole o multinazionali, vengono additate come responsabili della speculazione, che mette in ginocchio gli olivicoltori tradizionali.
A peggiorare le cose si inserirebbero ora i dazi voluti da Trump, che colpiranno in modo particolare le esportazioni di olio verso gli Stati Uniti.
Le richieste delle associazioni di olivicoltori
Fra le richieste che le associazioni di categoria hanno inoltrato al governo ci sono misure che impediscano le fluttuazioni dei prezzi, con meccanismi di autoregolazione, permettere l’immagazzinamento privato dell’olio in eccedenza. Un’altra richiesta coinvolge direttamente l’Italia, e chiede che sia obbligatorio indicare il paese d’origine del prodotto, per evitare ciò che accade con alcuni oli spagnoli rivenduti in Italia con nomi che fanno pensare a una provenienza “made in Italy”.
Trentamila persone in corteo: il grido di rabbia degli olivicoltori
Il corteo, con circa 30.000 persone, ha sfilato in mattinata dalla Puerta de Alcalà fino al Ministero dell’Agricoltura, situato nei pressi della stazione ferroviaria di Atocha. Presenti al corteo anche alcuni leader partiti politici, come il coordinatore di Izquierda Unida, Alberto Garzòn e la portavoce nel Congresso dei Deputati di Ciudadanos.
Lorenzo Pasqualini
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