
MADRID. La notizia deflagra a poche ore dalle elezioni politiche del 10 novembre 2019, in un contesto già teso dopo le settimane di mobilitazioni delle ultime settimane: alcuni membri dei CDR (gruppi indipendentisti radicali) arrestati a settembre per aver preparato attentati con esplosivi in Catalogna, avevano pianificato di occupare per una settimana il Parlament di Barcellona.
L’idea era quella di entrare dentro il Parlamento catalano, il Parlament, e di asserragliarsi all’interno impedendo l’ingresso delle forze dell’ordine, per almeno una settimana. L’azione doveva avvenire nell’ottobre del 2019, in occasione della sentenza ai leader indipendentisti.
Obiettivo: occupare il Parlament con il presidente Torra dentro
Insieme ai CDR, dentro il Parlament, ci sarebbero stati anche membri del governo catalano (oggi formato da politici indipendentisti) e, in particolare, l’attuale presidente del governo catalano Quim Torra. L’idea era quella di aiutare il presidente del governo catalano a dichiarare l’indipendenza senza che le forze dell’ordine potessero intervenire. Il presidente era a conoscenza del piano: secondo un membro dei CDR interrogato, Torra aveva come obiettivo asserragliarsi dentro il Parlamento.
Il piano era molto ambizioso e prevedeva una rete di contatti, l’affitto di case franche e una rete di comunicazioni protette che permettesse agli occupanti di comunicare con l’esterno.
Viene confermata anche la presenza di un gruppo di CDR che si dedicava alla preparazione di esplosivi. La preparazione degli ordigni, che probabilmente dovevano servire a bloccare comunicazioni o come atto dimostrativo, avveniva in zone residenziali: più volte le forze di polizia che indagavano sui sospettati, avrebbero temuto per l’incolumità dei residenti.
La notizia ha avuto ampio spazio sui giornali spagnoli nella giornata del 6 novembre. Il fatto che Quim Torra, presidente del governo catalano, fosse presumibilmente a conoscenza di questi preparativi, getta una ulteriore ombra sull’indipendentismo catalano.
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