L’Italia e la Spagna sono da qualche giorno in quarantena e si diffonde sempre più il telelavoro da casa per chi esegue lavori al computer. Ci sono però molti lavoratori che in questi giorni di emergenza coronavirus non possono lavorare da casa. Di fronte a questa situazione alcuni giornali italiani e spagnoli stanno dando voce alle categorie di lavoratori che in questi giorni devono per forza spostarsi ed avere contatti con altre persone e non possono restare a casa.
Devono prendere i mezzi pubblici, luogo a rischio, o devono lavorare sulle catene di montaggio delle industrie, o nei call center, dove la distanza minima di sicurezza con altri lavoratori e lavoratrici non è consentita.
Ci sono richieste sempre più forti da parte dei sindacati affinché queste categorie vengano protette maggiormente, e denunce per la carenza in certi casi di mascherine e misure di sicurezza. Ci sono state anche proteste nelle fabbriche, ma ci sono poi categorie di lavoratori – come i riders – che lavorano da soli per i quali è difficile alzare la voce. In queste ore intanto si moltiplicano le decisioni di mettere in cassa integrazione i dipendenti.
In questo articolo, vedremo una selezione di articoli in italiano e spagnolo per farsi un’idea della situazione.
Articoli in spagnolo e italiano, rassegna stampa: “quando restare a casa non è possibile”
Il giornale eldiario.es pubblicava ieri un articolo dal titolo “quando restare a casa non è possibile: migliaia di metalmeccanici e operai non possono fare quarantena”. Racconta di come nel primo giorno lavorativo di quarantena, ieri lunedì 16 marzo, molti lavoratori abbiano trovato vagoni della metro o dei treni regionali pieni e denunciano “non era possibile mantenere distanza di sicurezza”. Questo è accaduto a Madrid, Barcellona, Bilbao.
👉 Todo el fin de semana en casa a causa del Coronavirus, pero llega el lunes y las y los trabajadores confinados en masa en los transportes y trabajos.
¿De qué sirven entonces esas medidas si acabamos estando en riesgo las de siempre? 🤬#COVIDー19 pic.twitter.com/svmyjPD0yh
— Eragin Bilbo (@EraginBilbo) March 16, 2020
Ci sono grandi fabbriche che hanno mandato a casa i lavoratori dopo le proteste: è accaduto per esempio alla Mercedes-Benz di Vitoria, nei Paesi Baschi, ma solo dopo che i lavoratori avevano organizzato una protesta chiedendo misure di sicurezza-.
Anche El Paìs pubblica un articolo dal titolo “gli spagnoli che non possono lavorare a distanza“.
La petizione dei lavoratori di un call center per lavorare da casa
Firma la petición
0 personas han firmado. ¡Ayuda a conseguir 150.000! Francesco Cuccuini ha firmado esta petición… Solicitamos el cierre de TODAS LAS PLATAFORMAS a nivel nacional que no se dediquen a servicios de emergencias, ya que estamos en constante riesgo de infección al estar trabajando codo con codo con una media de 400 compañer@s en las cuales las medidas de seguridad no se cumplen.
La denuncia: “mancano guanti e mascherine”
Il giornale Publico ha pubblicato la notizia di denunce da parte dei lavoratori della sanità, che assistono malati, per la mancanza di mascherine guanti.
Il racconto di una crisi che avanza e che colpisce i lavoratori
Eldiario.es racconta in questo articolo del primo giorno lavorativo di quarantena in Spagna: “più di un terzo dell’industria spagnola bloccata, e una ondata di avvisi di cassa integrazione per i lavoratori”:
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