MADRID. L’arresto di Carola Rackete, la giovane comandante della nave Sea Watch 3 che ha sfidato il divieto di portare in Italia i migranti da lei salvati nel Mediterraneo, ha fatto il giro del mondo. Anche in Spagna la notizia dell’arresto della giovane tedesca, colpevole di aver forzato la mano contro i “porti chiusi” del governo Conte e del Ministro Salvini, ha avuto certo risalto.
la televisione di stato spagnola Rtve in un servizio intitolato “Carola Rackete, la capitana que planta cara a Salvini“, racconta di come questa 31enne sia stata la prima persona a violare la nuova legge anti immigrazione voluta dalla Lega. Il servizio aggiunge che il ministro Salvini ha etichettato la giovane come “pirata”.
Per l’agenzia stampa spagnola EFE, l’arresto della capitana della “Sea Watch” è “l’ultimo atto del pugno duro di Salvini” contro l’immigrazione. L’agenzia spiega quanto accaduto nell’ultima settimane, con la lunga attesa della Sea Watch 3 al largo delle coste italiane, poi la decisione della Rackete di forzare l’alt della Guardia di Finanza fino all’arrivo a Lampedusa in un clima di forte tensione. Poi aggiunge che “con l’applicazione del nuovo decreto in tema migratorio, appena approvato dal Governo italiano, la nave verrà sequestrata e la Ong verrà sanzionata per un importo di 20.000 €” per essere entrata in acque italiane senza autorizzazione.
El Paìs, con un articolo più approfondito, racconta gli altri dettagli della vicenda, fra cui la manovra della Sea Watch 3 nel porto di Lampedusa, lo scontro con la piccola imbarcazione della Guardia Finanza e le possibili conseguenze: per reato di resistenza a nave da guerra e tentativo di abbordaggio, “un reato che può arrivare a 12 anni di carcere”. El Paìs racconta anche della presenza a bordo della nave dei parlamentari della sinistra.
El Mundo si sofferma già nel titolo sul fatto che Carola Rackete ha deciso di entrare nel porto di Lampedusa per “disperazione” e per paura che alcuni migranti a bordo potessero togliersi la vita.
Il giornale digitale eldiario.es parla anche della ondata di solidarietà verso la giovane tedesca, da parte di centinaia di personalità sui social, fra cui la sindaca di Ada Colau, appena rieletta, ed il giornalista Jordi Evole, che rilanciano la frase “salvare vite umane non è reato”. Eldiario.es fa cenno anche alla posizione critica di alcuni paesi europei come Francia e Germania verso l’Italia, per l’arresto della giovane comandante.
Ma eldiario.es aggiunge anche una visione un po’ più approfondita sul comportamento dei paesi europei (non solo l’Italia) verso le Ong che salvano migranti nel Mediterraneo. In un altro articolo infatti, si riassumono i casi di ben 158 persone processate in diversi paesi dell’Unione Europea per aver aiutato migranti dal 2015 ad oggi.
L’Italia, con casi come quello del sindaco di Riace Mimmo Lucano o processi aperti contro i membri della Ong italiana Mediterranea Saving Humans, è il secondo paese con più persone sotto processo. Il primo è la Grecia, dove sono ben 53 le persone sotto processo. Segue la Francia, con 31. In Spagna, sono 2 le persone finite sotto processo.
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