Italia, 50 anni dalla strage di Piazza Fontana: il 12 dicembre del 1969 inizia la “strategia della tensione”

piazza fontana 12 dicembre 1969
Gli effetti della bomba in Piazza Fontana il 12 dicembre del 1969.

Il 12 dicembre ricorre l’anniversario della Strage di Piazza di Fontana, un evento che ha segnato la storia recente dell’Italia. Il 12 dicembre del 1969, una bomba esplose nel salone della Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano, causando 17 morti e decine di feriti. Nello stesso giorno ci furono altri attentati, anche a Roma, che non causarono vittime.

Dietro la strage, neofascisti e servizi segreti deviati

Responsabili materiali della strage di Piazza Fontana furono membri della formazione neofascista Ordine Nuovo, dietro i quali c’erano parti dei servizi segreti dello Stato italiano. Il depistaggio ed il coordinamento, da parte degli apparati deviati dei servizi segreti italiani, ha portato a definire la strage di Milano, “una strage di Stato”.

Nelle ore successive alla strage vennero accusati dell’attentato militanti dei movimenti di sinistra. L’operazione di depistaggio su larga scala portò anche alla morte del ferroviere Giuseppe Pinelli, precipitato “misteriosamente” da una finestra durante un interrogatorio in Questura.

I fatti del 12 dicembre arrivavano nel pieno dell'”autunno caldo”, una stagione di straordinarie mobilitazioni operaie e studentesche in Italia, con una forte crescita dei movimenti di sinistra. Gli eventi del 12 dicembre 1969 dovevano servire a fermare questa ondata di mobilitazioni, unica in Europa.

La strategia della tensione

Quella del 12 dicembre 1969 fu la prima di una lunga serie di attentati compiuti da gruppi neofascisti in Italia, nel quadro della strategia della tensione“. Era una strategia volta a creare in Italia un clima di tensione e paura, che giustificasse svolte autoritarie.

Fu la strategia eversiva utilizzata in Italia dagli elementi più reazionari dello Stato, grazie all’appoggio dei servizi di sicurezza deviati, per contrastare la crescita dei movimenti di sinistra (operai e studenteschi) del 1968-69 e spianare la strada a una possibile svolta autoritaria. La strategia verrà usata ancora negli anni a seguire e spianerà la strada agli anni di piombo e alla lotta armata nelle strade del paese, con pesanti effetti sulla salute della democrazia del paese.

La strategia della tensione in Italia (Treccani – Dizionario di Storia)

Dietro la strage, i servizi segreti deviati

Dietro l’attentato di Piazza Fontana (a cui seguiranno molti altri, nel 1970 a Gioia Tauro, nel 1973 a Milano, nel 1974 Italicus e Brescia, 1980 a Bologna), sebbene gli autori materiali furono militanti dell’estrema destra neofascista, ci furono pezzi importanti degli apparati di sicurezza dello Stato italiano. Questi “servizi deviati” avevano a loro volta legami internazionali (gli Stati Uniti vedevano con preoccupazione l’ascesa delle sinistre in Italia).

I depistaggi hanno fatto sì che dopo 50 anni non ci sia ancora una responsabilità processuale, ma l’enorme quantità di documenti e dichiarazioni raccolte negli innumerevoli processi che si sono tenuti, mostrano con chiarezza l’inquietante ragnatela eversiva che provò a sprofondare l’Italia nel terrore.

Il 12 dicembre del 1969 ha segnato un punto di non ritorno nella storia recente dell’Italia. 

Il 12 dicembre del 2019, manifestazioni a Milano

Il 12 dicembre del 2019, in occasione del cinquantesimo anniversario, si terranno a Milano numerose iniziative. Il Comune le elenca nella sua pagina “Milano è Memoria“. Il 12 alle 14.30 ci sarà un Consiglio comunale straordinario, al quale prenderà parte il presidente della Repubblica Mattarella.

Nel pomeriggio ci sarà il tradizionale corteo commemorativo da piazza della Scala fino a Piazza Fontana (ore 16). In Piazza Fontana sono state collocate diciassette formelle con i nomi delle vittime dell’attentato, ed il 12 verrà piantato un albero in ricordo di Giuseppe Pinelli. Il 12 ci saranno anche altri cortei, dei movimenti anarchici e della sinistra milanese, da anni in disaccordo con il corteo principale, al quale partecipano le autorità.

Le parole delle alte cariche dello Stato un anno fa

In occasione del 12 dicembre del 2018, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva parlato di “strage immane” che “diede avvio a un attacco eversivo contro la Repubblica”. Mattarella sottolineò un anno fa come il popolo italiano seppe “sconfiggere gli eversori grazie alla propria unità e ai valori radicati nella sua storia, nella sua cultura, nella vita sociale, anche se il costo umano di questa battaglia di libertà e di civiltà è stato assai elevato”.

Il presidente della Camera Roberto Fico intervenne chiedendo scusa ai familiari delle vittime della strage: “per i depistaggi e tutto ciò che avete dovuto sopportare e per gli apparati dello Stato che non hanno fatto nulla per cercare la verità”. Guido Salvini, magistrato che seguì i processi sulla strage negli anni ’90, ricorda come dal punto di vista storico-giuridico quegli eventi sono pienamente ricostruiti, e che l’ideazione della strage fu opera dei neonazisti di Ordine Nuovo. “La paternità non può più essere discussa”, aveva affermato Guido Salvini.

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Lorenzo Pasqualini

Madrid a El Itagnol
Giornalista italiano a Madrid, caporedattore di Meteored Italia e autore-fondatore del sito di informazione "El Itagnol - Notizie dalla Spagna e dall'Italia".