
A Madrid ci sono ancora centinaia di edifici il cui riscaldamento, in inverno, è alimentato a carbone. Sono sempre meno, circa l’1% del totale, cifre ridotte, ma è una realtà ancora importante che contribuisce all’inquinamento dell’aria.
In una città con milioni di abitanti, traffico intenso e conformazione geografica favorevole all’accumulo di smog, la presenza di caldaie a carbone peggiora in modo importante la qualità dell’aria.
L’obiettivo della giunta di Manuela Carmena (2015-2019) era eliminare questo tipo di caldaie entro il 2020. La riduzione c’è stata, ma all’inizio del nuovo decennio ci sono ancora centinaia di edifici riscaldati a carbone.
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Secondo i dati del Comune di Madrid relativi a un anno fa, erano centinaia ancora gli edifici con riscaldamento a carbone, soprattutto nei quartieri più vicini al centro, dove si concentrano i condomini più vecchi.
Forte riduzione del consumo di carbone a Madrid
I numeri mostrano una forte riduzione rispetto al passato: nel 1999 si consumavano 120.000 tonnellate di carbone a Madrid, nel 2016 poco più di 32.000. E negli ultimi anni la cifra ha continuato a diminuire. C’è però ancora strada da fare prima di una messa al bando totale. La combustione di carbone è una delle più dannose in assoluto.
In questi primi giorni di gennaio 2020 la città di Madrid, per via della stabilità meteo dovuta all’anticiclone, sta sperimentando alti livelli di inquinamento.
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