MADRID. Nell’ultima parte di luglio e nelle prime tre settimane di agosto, la Spagna ha visto peggiorare fortemente la situazione dei contagi con un esplosione di nuovi casi di Covid-19.
Dopo il forte calo registrato fra metà maggio e inizio luglio, a seguito dei mesi di lockdown, la curva dei nuovi contagi ha ricominciato a crescere nel mese di luglio e poi in quello di agosto, toccando un nuovo picco negli ultimi giorni. I grafici che pubblica il Ministero della Salute spagnolo, con i dati rilevati ogni 24 ore, sono eloquenti. Dopo un periodo in cui si registravano pochissimi nuovi casi ogni giorno, la curva ha ripreso a salire.

Giorno dopo giorno, contagi in aumento
La Spagna è diventato in questa seconda parte di agosto 2020 il paese d’Europa con maggior incidenza di nuovi casi per ogni 100.000 abitanti. L’incidenza è al momento molto superiore a quella dell’Italia. Si parla di 132 nuovi contagi ogni 100.000 abitanti, contro i 10 dell’Italia.
Giorno dopo giorno aumentano i nuovi casi rilevati nelle 24 ore precedenti e cresce di conseguenza l’allarme. Il 19 agosto il ministero della Sanità ha informato di 3715 nuovi casi registrati nelle 24 ore precedenti. Un dato che non si vedeva da aprile. Quel giorno veniva rilevato anche un incremento nel numero di decessi. Il 20 agosto venivano comunicati 7.039 nuovi casi di Covid-19 ed il responsabile delle emergenze sanitarie Fernando Simòn, da mesi il volto noto delle conferenze stampa sulla situazione coronavirus, ammetteva che “le cose non vanno bene” e che in certe aree “la pandemia è fuori controllo”.
I dati mostravano un peggioramento già da fine luglio, ma è nell’ultima settimana che di può parlare di un vero boom di nuovi casi. Lunedì 17 il Ministero della Salute ha reso noto che nel solo fine settimana di Ferragosto ci sono stati 16 mila nuovi casi, mentre nella settimana dal 10 al 16 agosto i nuovi casi rilevati sono stati 37.000.
In Spagna nel fine settimana non vengono aggiornati i dati e c’è attesa per i dati di lunedì 24 agosto: permetteranno di capire la tendenza. Per avere però il polso della situazione, se in questa penultima domenica agostana si dà un’occhiata alle prime pagine dei quotidiani spagnoli, la gravità della situazione e la preoccupazione è evidente. “La seconda ondata di contagi colpisce la Spagna”, titola ad esempio El Paìs, che invece di pubblicare la consueta foto di copertina pubblica un grafico che parla da sé, mostrando l’aumento dei casi. All’interno il giornale cerca di approfondire le cause e le conseguenze di questo allarmante aumento.

Le regioni più interessate
Le regioni più interessate da questa nuova ondata di contagi sono la Catalogna e l’Aragona, dove già a fine luglio erano saltati tutti gli allarmi, i Paesi Baschi (dove questa settimana è stato dichiarato lo stato di emergenza sanitaria regionale, che accentra le competenze in materia di Protezione Civile), l’Andalusia e Madrid. Proprio Madrid è la regione dove negli ultimi giorni si registra un preoccupante aumento di casi.
Madrid torna ad essere l’area più colpita
L’area madrilena torna ad essere la più colpita ed è qui che si registra il maggior aumento di casi ogni 24 ore, oltre mille. Venerdì 21 agosto il governo della regione di Madrid ha raccomandato agli abitanti delle aree con più incidenza di nuovi casi di restare in casa: si tratta dei quartieri di Carabanchel, Vallecas e Usera, fra i più poveri della capitale, dove peraltro c’è un elevato numero di persone che vive in uno stesso appartamento, ed i comuni di Fuenlabrada, Parla, Móstoles e Leganés.
“È una situazione preoccupante” ha ammesso il responsabile delle emergenze Fernando Simòn, che ogni pomeriggio tiene una conferenza stampa.
Primi segni di stress in alcuni ospedali madrileni
Tre ospedali di Madrid hanno già sospeso nuovamente le operazioni chirurgiche e le visite per l’aumento di ricoveri di pazienti con Covid-19 ed i sindacati dei lavoratori denunciano da giorni una situazione di stress sugli ospedali, che fa ricordare quella vissuta prima del mese di marzo.
L’età media dei contagi scende sempre più
Ci sono delle differenze sostanziali da marzo: ora l’età media dei contagi è molto più bassa, intorno ai 35 anni, perché molti nuovi contagi sono giovani che si sono contagiati durante feste, nelle discoteche o nei locali, senza prestare le dovute attenzioni al distanziamento sociale e alle misure di igiene. Questo incide sul numero di ricoveri in ospedale, più basso rispetto alla primavera. Molto più basso rispetto ad allora anche il numero di ricoveri in terapia intensiva. Il problema è che dai più giovani il contagio può nuovamente estendersi ad altre fasce d’età più vulnerabili.
I giornali spagnoli pubblicano ogni giorno storie di giovanissimi che hanno avuto gravi complicazioni dopo essersi contagiati, avvertendo quindi che il Covid-19 è molto pericoloso anche per le fasce di età più giovani.
Le regioni spagnole prendono misure
Di fronte a questa situazione in costante deterioramento le regioni spagnole hanno preso o stanno prendendo misure restrittive. Le principali, come la chiusura di discoteche e locali, la chiusura anticipata dei bar e dei ristoranti e il divieto di fumare all’aperto sono misure raccomandate dal governo attraverso un’ordine ministeriale, attuate poi dalle singole regioni. Dalla fine dello stato di allarme infatti, due mesi fa, le regioni (in Spagna sono le Comunità Autonome) hanno ripreso la competenza sulla sanità.
Ogni regione sta prendendo decisioni simili ma differenti, in certi casi più restrittive. La chiusura anticipata dei bar e dei ristoranti, lo stop alla movida, ha sollevato anche forti critiche del settore per i risvolti economici.
Da segnalare che una serie di interventi della magistratura sta complicando l’attuazione di queste misure restrittive. A Madrid ad esempio, un tribunale ha sospeso il divieto di fumare all’aperto e la chiusura dei locali notturni. Senza lo stato di allarme infatti, le restrizioni sono facilmente soggette a ricorsi e sospensioni.
Le misure dei paesi europei
Di fronte all’aumento dei contagi in Spagna, altri paesi europei hanno preso misure. Non ci sono state chiusure di frontiere, una misura che – in piena estate e a soli due mesi dalla riapertura delle frontiere – per molti analisti sarebbe il colpo di grazia ad un’economia già in grave difficoltà. Ci sono però diversi paesi europei – come la Germania – che sconsigliano viaggi in Spagna, e l‘Italia ha inserito dieci giorni fa l’obbligo di effettuare un test PCR per chi arriva dal paese.
L’obbligo di effettuare un test per chi viene dalla Spagna
Dal 13 agosto al 7 settembre è stato disposto l’obbligo di sottoporsi al test del coronavirus per tutte le persone che tornano in Italia e che sono state, nei 14 giorni antecedenti, in Spagna, Croazia, Grecia o Malta.
La situazione in Italia
Per concludere, andiamo a vedere la situazione in Italia. Fino ad una settimana fa l’Italia guardava con apprensione il peggioramento della situazione in Spagna, Francia e Germania, ma non riscontrava nel suo territorio una situazione analoga. Mentre in Spagna si superavano abbondantemente i mille casi al giorno, in Italia si navigava ancora su cifre più “rassicuranti”, con meno di 300 nuovi contagi al giorno. A Ferragosto si è registrato un peggioramento, con il superamento dei 600 nuovi casi, ma comunque molto al di sotto delle migliaia di nuovi casi registrati in Spagna.
La situazione in Italia è andata peggiorando in modo più marcato nel fine settimana e sabato 22 agosto il Ministro della Salute italiano ha informato che sono stati superati – per la prima volta da molti mesi – i mille nuovi contagi in 24 ore. Domenica 23 agosto si informava di oltre 1200 nuovi casi in 24 ore. Una percentuale importante sono dovuti a rientri dalle vacanze, sia dall’estero che da località di vacanza in Italia.
Come in Spagna, anche in Italia l’età media dei contagi è molto più bassa rispetto a marzo/aprile, perché molti giovani si sono contagiati durante feste o eventi legati alla movida notturna. Proprio per questo lo scorso 16 agosto il Governo italiano ha decretato la chiusura delle discoteche e l’obbligo di mascherina nei luoghi della movida, anche all’aperto. Anche sui giornali italiani trovano spazio, come in Spagna, articoli dove si racconta di giovanissimi che sono stati contagiati e che hanno avuto gravi complicazioni in ospedale.
Il dilemma della scuola
Un tema che desta moltissima preoccupazione sia in Italia che in Spagna è il futuro della scuola. L’avvicinarsi dell’apertura dell’anno scolastico scopre i due paesi piuttosto impreparati, e la nuova ondata di contagi rende le decisioni ancora più difficili. Si aspettano nei prossimi giorni indicazioni più chiare. In Spagna le regioni si stanno muovendo in ordine sparso e in questi giorni si rincorrono le dichiarazioni e le ipotesi. Come a Madrid, dove negli ultimi giorni si è ipotizzato un ritorno nelle aule “non al 100% presenziale”. Dichiarazioni che hanno gettato il personale docente e le famiglie nello sconcerto, in un quadro di grande incertezza.
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