Madrid è una delle regioni spagnole con la maggior incidenza di nuovi casi, nel pieno della quarta ondata. Allarme per l’aumento dei ricoveri in terapia intensiva: i malati Covid nei reparti di terapia intensiva sono il 45%. Sui dati di Madrid è stata sferrata nelle scorse settimane una battaglia ideologica sulle riaperture, ma i contagi crescono e con questi anche i decessi, mentre la sanità locale è in sofferenza dopo anni di tagli.
Nelle ultime settimane alcuni giornali italiani hanno dato spazio alla situazione che sta vivendo la regione di Madrid, dove le misure restrittive sono da mesi meno dure rispetto ad altre aree d’Europa e rispetto all’Italia. Misure decise dal governo guidato da Isabel Ayuso, un esecutivo regionale di destra che fa delle aperture una bandiera, in nome di una “libertà” di tenere aperti bar, ristoranti, negozi, palestre, nonostante in questi mesi sia emerso più volte che è in questi ambienti che si può generare con più facilità il contagio.
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A fine marzo e ad inizio aprile alcune testate italiane hanno parlato di “modello Madrid”, raccontando una regione nella quale i bar e ristoranti sono aperti fino alle 23, ora in cui scatta il coprifuoco, sono aperti cinema, teatri e musei, così come le palestre (seppur con limitazioni di ingressi) e le scene che si vivono sono ben diverse da quelle dell’Italia, o della Francia, ma la situazione epidemiologica, in particolare il numero di vittime nel periodo primaverile, non era così elevato. Madrid è stata confrontata spesso con Milano e la Lombardia.
Si segnala ad esempio l’articolo pubblicato dal Corriere della Sera, che con le dovute cautele, necessarie quando si confrontano dati di aree diverse, rilevava come a Milano – con maggiori restrizioni – vi fossero stati, fra ottobre 2020 e marzo 2021, più morti che a Madrid, nonostante le maggiori chiusure. Su questo interessante articolo bisognerà tornare forse in futuro, visto che, come sappiamo, i dati dei decessi sono soggetti a grandi differenze a seconda di come vengono calcolati. Buttando un occhio all’eccesso di mortalità registrato a Madrid in 14 mesi di pandemia, però, emerge una situazione molto pesante, e risulta piuttosto stridente parlare di “miracolo Madrid”.

Il presunto “modello Madrid” è stato usato anche dalla destra italiana, ad esempio dalla Lega di Salvini, per chiedere al governo Draghi (di cui la Lega fa parte) un allentamento delle restrizioni. Del resto le minori restrizioni prese nella regione di Madrid sono state una scelta politica del governo regionale, di destra, guidato da Isabel Ayuso, che fin dall’autunno scorso ha ingaggiato una dura lotta contro il governo nazionale (di sinistra), sventolando la bandiera del “lasciare aperto il più possibile per non danneggiare l’economia”, in nome di una sorta di “libertà dell’aperitivo”.
Le maggiori aperture si stanno però traducendo, in questo aprile 2021, in maggior numero di contagi e ricoveri a Madrid, con una quarta ondata che arriva in una regione dove anche le altre curve sono state molto importanti in termini di persone contagiate.
Sebbene la quarta ondata di contagi stia avendo una minor gravità – probabilmente anche grazie all’effetto delle vaccinazioni – il confronto fatto ad inizio aprile con le regioni italiane, come ad esempio la Lombardia, aveva un difetto di fondo: il fatto che Italia e Spagna hanno avuto una terza ondata in momenti diversi. Inoltre, a Madrid le diverse ondate sono ripartite su una situazione di contagi già elevati.
Incidenza di contagi molto elevata a Madrid, ma il governo regionale dice no alle chiusure
I dati mostrano da settimane che le maggiori aperture di marzo (e aprile) a Madrid (e anche in altre regioni spagnole, ma non tutte) hanno un costo in numero di contagi. Dalla seconda metà di marzo le curve mostrano con evidenza l’inizio di una quarta ondata di contagi, che per fortuna ha una crescita meno rapida rispetto alle precedenti, probabilmente anche per l’impatto che stanno iniziando ad avere le vaccinazioni. Preoccupante ora è il numero di ricoveri, che sta nuovamente mandando in crisi gli ospedali: a Madrid il 45% delle terapie intensive è occupato da malati Covid.
La situazione contagi a Madrid il 26 aprile del 2021
Il 21 aprile del 2021 la regione di Madrid era una delle aree della Spagna dove l’incidenza di nuovi casi è maggiore: superava i 400 casi per 100.000 abitanti in 14 giorni. Se si considera che il Ministero della Salute spagnolo considera di “rischio estremo” il superamento dei 250 casi ogni 100.000 abitanti, è facile capire che la situazione di Madrid è tutt’altro che rosea. Preoccupante l’occupazione delle terapie intensive, al 45%, molto sopra la media nazionale.
L’aggiornamento al 26 aprile: Madrid continua a registrare una delle incidenze maggiori di Spagna. Il 26 aprile sfiora i 400 casi ogni 100.000 abitanti; la media in Spagna è invece di 235.
Il governo centrale ha raccomandato nuovamente (come in molte altre occasioni in questi mesi) al governo regionale madrileno di aumentare le restrizioni, ma l’esecutivo guidato da Isabel Ayuso, a pochi giorni dalle elezioni anticipate del 4 maggio, si rifiuta di limitare le attività al chiuso e continua ad applicare la discussa strategia di chiudere piccole aree (neanche quartieri, sono aree limitate chiamate “zone basiche di salute”), che diversi esperti ritengono essere poco utile.
La bandiera della “libertà” di lasciare il più aperto possibile bar, ristoranti, attività di ogni tipo, a Madrid, è diventata il principale cavallo di battaglia della presidente Ayuso, la cui foto viene affissa in alcuni bar madrileni. Tuttavia, i dati mostrano che una maggiore apertura si traduce in maggior numero di contagi.
Madrid, 10 volte il tasso di contagi della Comunità Valenciana
L’incidenza aumenta da settimane a Madrid, ma neanche questi dati pessimi – lontanissimi ad esempio dai 40 casi ogni 100.000 abitanti della Comunità Valenciana, che ha applicato nei mesi passati misure molto più restrittive – fanno cambiare idea al governo regionale della Ayuso, che cerca nelle elezioni anticipate del 4 maggio una riconferma.
Madrid, terapie intensive piene: “al 125%” secondo i medici
I contagi così elevati a Madrid stanno mostrando sempre più un pesante carico sugli ospedali. Le terapie intensive sono piene. I dati ufficiali parlano di un 45% di occupazione delle UCI (i reparti di terapia intensiva) con malati Covid, ma secondo quanto denunciato dai medici quel dato non riflette bene la situazione: secondo SOMIAMA, la Società di Medicina Intensiva di Madrid, nella regione capitolina l’aumento di ricoverati in terapia intensiva avviene quando ancora non ci si era recuperati dall’ondata precedente. La quarta ondata, quella attuale, ha portato a un 125% di occupazione delle terapie intensive: in sostanza, si ricavano spazi per i ricoverati laddove prima non c’erano.
A día de hoy están ingresados por #COVID19 en las UCI de la CAM 600 pacientes, 481 en ventilación mecánica.
Se han dado 3696 altas a planta (no incluyen los 1346 pacientes fallecidos hasta la fecha)— SOMIAMA (@SOMIAMA1) April 25, 2021
I medici denunciano una situazione di forte stanchezza dopo mesi di ospedali pieni, ma dal governo regionale parlano di “situazione sotto controllo“.
Quando si leggono questi dati la domanda che bisognerebbe farsi è anche: “quale effetto può avere a lungo termine una costante saturazione degli ospedali”? Non ci sono infatti solo i malati Covid, e da mesi viene denunciato a Madrid un enorme ritardo nelle visite specialistiche, con frequenti cancellazioni di visite “non essenziali” proprio per la saturazione di ospedali e “centri di salute” locali.
Anche sul numero di vittime crescono i timori che le maggiori aperture avranno un costo in termini di vite umane. In Spagna il 21 aprile si contavano 277 vittime con COVID-19 notificate nei 7 giorni precedenti, e di queste 61 erano state notificate nella regione di Madrid. Un morto ogni cinque, è a Madrid. Ancora è presto per capire quale sarà l’impatto delle maggiori aperture decise in questa regione in termini di vittime, ma i dati iniziano a mostrare che le conseguenze sono pesanti.
A Madrid più decessi della media nazionale
L’eccesso di mortalità registrato nelle diverse regioni spagnole mostra come a Madrid vi sia stata in questi 14 mesi di pandemia una percentuale di eccesso di mortalità maggiore rispetto ad altre regioni. Negli ultimi mesi questa situazione è andata migliorando, da una parte per la progressiva immunizzazione delle fasce di età più anziane, più vulnerabili, dall’altra – sottolineano alcuni esperti – perché la prima ondata ha avuto un effetto talmente micidiale, con un eccesso di mortalità elevatissimo, da ridurre sostanzialmente il bacino di persone che il virus poteva ancora colpire.
Ospedali pieni, meno visite specialistiche: liste d’attesa infinite e visite cancellate
Altro dato che va tenuto in considerazione è che la costante saturazione degli ospedali e delle strutture sanitarie locali, a seguito dell’elevato numero di contagi che va avanti dall’autunno, sta rallentando l’intera macchina della sanità pubblica. Se già prima le liste di attesa per una visita specialistica erano lunghissime, anche a seguito di anni di politiche di tagli alla sanità pubblica, in questi mesi molte visite sono state cancellate o trasformate in “consulte telefoniche”, la cui efficacia è tutta da vedere.
Bisognerà capire, nel futuro, quale sarà l’impatto di questa minor assistenza sanitaria per tutti i casi non-Covid. In sostanza, l’impatto di un minor controllo di altre malattie e patologie sulla società, causato dalla costante saturazione degli ospedali.
Che restrizioni ci sono a Madrid nell’aprile del 2021?
Le restrizioni a Madrid nell’aprile del 2021 restano quelle in vigore fin da inizio marzo, quando iniziò a migliorare la situazione dopo la terza ondata di contagi e si allentarono le misure in vigore fra gennaio e febbraio. Il coprifuoco scatta alle 23 nella regione di Madrid, bar e ristoranti sono aperti fino alle 23 (con alcune restrizioni di capienza), e sono aperti cinema, palestre, teatri.
Proprio negli ultimi giorni, il 21 aprile, la governatrice della regione, Isabel Ayuso, ha confermato che il coprifuoco a Madrid resterà alle 23. La notizia è arrivata proprio nel giorno in cui in Italia la Lega faceva pressione sul governo Draghi per ottenere un allentamento del coprifuoco dalle 22 alle 23.
L’errore di alcuni giornali italiani nel confrontare Italia e Spagna a marzo e ad aprile
Torniamo ora ai giornali italiani (alcuni), che nei primi giorni di aprile parlavano di “modello Madrid”, sollevando il dubbio che in Italia – in particolare in Lombardia, visto il paragone con Madrid – fossero state prese misure restrittive eccessive, con le chiusure durate per mesi.
Chiusure che, guardando a Madrid come un “modello”, non sarebbero servite a ridurre i contagi, vista la situazione relativamente buona della regione spagnola.
Alcuni giornali confrontavano il numero di contagi che si registrava in Italia in quei giorni di inizio aprile, oltre quota 15mila, proprio nel pieno delle zone rosse e arancioni, con quelli della Spagna, che a inizio mese faceva registrare meno di diecimila casi giornalieri.
In realtà per confrontare la situazione di Madrid (o della Spagna) con altre aree dell’Italia, si sarebbe dovuto scavare un po’ di più. E considerare ad esempio un dato importante: che in Spagna (e a Madrid), la terza ondata di contagi c’è stata fra gennaio e febbraio, mentre in Italia (dove in quel periodo la curva dei nuovi contagi era ai minimi grazie alle misure restrittive prese a Natale), è arrivata a marzo. E proprio a marzo la Spagna era invece in una fase di curva discendente, con molti meno casi dopo le chiusure di gennaio-febbraio.
In Spagna la terza ondata fra gennaio e febbraio 2021, in Italia a marzo
La Spagna viveva una situazione migliore a marzo dopo il terribile periodo di gennaio-febbraio, mentre l’Italia ha vissuto un marzo peggiore dopo il momento di forte miglioramento vissuto fra gennaio e febbraio.
Questo sfasamento delle curve ha permesso ad alcuni di sostenere la tesi per la quale Madrid, la regione spagnola che ha tenuto più aperto in assoluto (la via preferita dalla destra populista, secondo la quale la chiusura di bar e ristoranti è inutile), in fondo aveva ragione, mentre in Italia si sarebbe esagerato con misure di chiusura delle attività commerciali.
Si spera nell’impatto delle vaccinazioni per ridurre gli effetti della quarta ondata
Ora la speranza è che la quarta ondata di contagi, sebbene si stia facendo sentire in modo particolare a Madrid (ma anche nei Paesi Baschi e in Navarra), sia meno pesante delle precedenti per l’impatto che ormai devono iniziare ad avere le vaccinazioni.
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