MADRID. Giovedì 24 marzo è il giorno delle trattative tra governo Sánchez e trasportatori, ormai in sciopero da 10 giorni per l’elevato prezzo dei carburanti. L’incontro tra esecutivo ed il Comité Nacional del Transporte por Carretera, l’organo che rappresenta le organizzazioni maggioritarie dei traportatori, è stato anticipato di fronte al peggioramento della situazione, per l’evidente paralisi che inizia a colpire in modo diretto l’industria ed il mondo della distribuzione. Mostra anche un cambio di atteggiamento del governo, che nei primi giorni della protesta l’aveva liquidata come un malcontento legato all’estrema destra, e che ora si rende conto di aver semplificato ed etichettato un problema ben più vasto.
Nel frattempo si allargano le proteste che chiedono al governo un intervento urgente sui prezzi, non solo del carburante, in un paese dove già da mesi si registrava una scalata dei prezzi dell’elettricità. Da sinistra e da destra, in Parlamento, i partiti politici chiedono all’esecutivo guidato da Pedro Sánchez di prendere misure urgentemente. Il 23 marzo i sindacati maggioritari hanno manifestato in 58 città spagnole chiedendo che la crisi non la paghino i lavoratori.
Spagna, porti fermi, scaffali dei supermercati vuoti e industrie in allarme: “peggio della pandemia”
In Spagna si fa sentire giorno dopo giorno di più il blocco di una parte dei trasporti, con lo sciopero che riguarda finora soprattutto trasportatori autonomi e di piccole imprese, che chiedono misure per ridurre l’impatto dell’aumento dei prezzi della benzina. Oggi la notizia riportata dai giornali spagnoli è la sofferenza dei porti marittimi, bloccati dalla protesta con picchetti di lavoratori. Ma ogni giorno dal mondo dell’industria arrivano dichiarazioni sempre più allarmate, con uno stillicidio di comunicati che mostrano come la grande macchina interconnessa dell’industria, della produzione e della distribuzione, si stia inceppando.
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Il risultato più evidente e “mediatico” sono gli scaffali vuoti nei negozi e nei supermercati, in particolare quelli del latte e dei prodotti freschi, ma anche di altri prodotti come la verdura, la frutta, la pasta e il riso. Scaffali vuoti che sono però anche il risultato di episodi di accaparramento da parte dei consumatori, preoccupati per la situazione – già lo erano a fine febbraio per l’inizio della guerra in Ucraina – con scene che ricordano l’inizio della pandemia. L’industria alimentare è arrivata ad invitare i consumatori a non comprare più prodotti del previsto questo fine settimana.
I video da Madrid: il punto della situazione sul canale YouTube del Itagnol
Questa settimana che si sta per concludere è stata marcata anche da un crescente problema nelle fabbriche, dove mancano i materiali per il blocco della catena di rifornimenti. Il settore agro-alimentare spagnolo ha pubblicato un comunicato martedì scorso chiedendo “con la massima urgenza” lo stop delle proteste, perché si starebbe creando un grave problema di rifornimento e anche un potenziale problema di continuità per migliaia di posti di lavoro.
Fabbriche ferme, problemi di rifornimento anche per bar e ristoranti
Le organizzazioni degli industriali parlano di 600.000 euro di danni e di 100.000 impieghi a rischio. Marche come Calvo, Azucarera, Cuétara, Dcoop, JaenCoop, Agrosevilla hanno già annunciato di aver fermato la produzione. Danone ha parlato di “blocco temporanea dell’attività” se lo sciopero prosegue, con lo stop degli stabilimenti dove si processano alimenti a base di latte. Problemi anche per la Heineken e diverse aziende che producono birra, che annunciano di rischio mancato rifornimento per bar e ristoranti. Lo sciopero inizia a farsi sentire anche nei ristoranti spagnoli, con prodotti freschi che scarseggiano, con il pesce in testa, ma anche carni, latticini, frutta e verdura. Altri problemi vengono annunciati dal mondo dell’automobile e della costruzione. Seat e Ford hanno già annunciato le prime casse integrazioni.
Intanto, in questo giovedì 24 marzo, i pescatori spagnoli hanno annullato lo sciopero che avevano convocato, ma solo una parte dei pescherecci è uscito in mare dai porti della Galizia, nel mar Cantabrico.
Lorenzo Pasqualini
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