
Si sta concludendo l’estate meteorologica, con la fine di agosto, e la Spagna si lascia alle spalle un’estate 2022 drammatica, con ondate di caldo eccezionalmente lunghe, vastissimi incendi e grave siccità. La mancanza di precipitazioni sta aggravando la situazione delle grandi riserve idriche artificiali, che vengono monitorate tutto l’anno vista la loro importanza non solo per l’agricoltura, ma anche per la generazione di elettricità e in certi casi per uso potabile.
Dopo una nuova diminuzione, i bacini idrici spagnoli sono al 35,9% della loro capacità totale, alla fine di questo agosto del 2022, con 20.174 ettometri cubi (hm³) di acqua immagazzinata. Nello stesso periodo del 2021 le riserve erano al 42,4%, mentre la media degli ultimi 10 anni, in questa stessa settimana, era del 54,2%.
I dati del governo spagnolo sulle riserve idriche: situazione critica al 30 agosto 2022
Il livello medio dei bacini continua a scendere, a causa della perdita per evaporazione e per l’assenza di piogge. Le piogge sono cadute ad agosto, ma solo in alcune aree del paese, e non sono state sufficienti ad invertire la tendenza.
Non tutti i bacini idrici si trovano in una situazione critica: i bacini del Cantabrico Orientale sono al 71,2%, mentre il Cantabrico occidentale si trova al 59,8% della capacità, secondo i dati forniti dal governo spagnolo il 30 agosto. I bacini interni del Paese Basco sono all’81%, mentre è al 66,4% il bacino del Tinto, Odiel y Piedras, nel sud. Nel resto dei bacini però, la situazione è davvero critica, e si passa dal 48,6% del bacino del Miño-Sil, che si trova in buona parte in Galizia, ai preoccupanti valori del Duoro (37,8%) del Tago (37,7%), del Segura (37,3%), fino al drammatico 24,5% del Guadiana, il 22% del Guadalquivir, il 39% dei bacini interni della Catalogna.
Non solo la siccità dietro la grave carenza idrica
In Spagna si discute da settimane delle grave situazione idrica, un problema che viene in realtà da lontano, e che sta peggiorando con il cambiamento climatico. Oltre alla riduzione delle precipitazioni infatti, tra le cause del forte calo delle riserve idriche c’è un uso non adeguato alla disponibilità. Oltre all’importanza della riduzione dello spreco privato e non solo, o le perdite negli acquedotti, si discute sulla presenza di alcune coltivazioni agricole troppo bisognose di acqua, e sull’importanza di un adattamento al nuovo clima con specie più resistenti alle grandi siccità.
Siccità, riemerge nuovamente il Dolmen di Guadalperal
Come accaduto già nel 2019, a causa dell’intensa siccità è riemerso dal bacino di Valdecañas, nella provincia spagnola di Cáceres, un sito archeologico composto da pietre megalitiche verticali risalenti al 5.000 a.C. Il sito è conosciuto come Dolmen di Guadalperal, noto anche come “Stonehenge spagnola” perché simile alla famosa “Stonehenge inglese”.
La grave siccità fa emergere in Spagna un sito archeologico del 5.000 a.C.
Come la sua controparte britannica più famosa, lo “Stonehenge spagnolo” ha origini misteriose e suscita curiosità.
Lorenzo Pasqualini
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