MADRID. La Cumbre Social (una sorta di Social Forum spagnolo) creata in luglio dai sindacati spagnoli CCOO e UGT e che riunisce più di 150 organizzazioni sindacali e sociali, ha convocato ieri 15 settembre 2012 una grande manifestazione a Madrid.
La precarietà dilagante, le condizioni di lavoro sempre meno protette, i tagli allo Stato Sociale ed il deficit democratico creatosi da quando governa il PP di Mariano Rajoy hanno spinto migliaia di persone a scendere in piazza, nell’ennesima grande mobilitazione degli ultimi mesi.
La Cumbre Social mette al centro delle sue rivendicazioni lo slogan: “No a tanta injusticia” che riassume il forte attacco in atto ai diritti sociali ed i tagli alla spesa pubblica.
I tanti colori della manifestazione: dal verde della scuola pubblica al viola in difesa delle donne
La manifestazione era divisa in vari settori, ognuno dei quali simboleggiato con un colore. La “Marcha negra” era lo spezzone in lotta contro i tagli agli stipendi ed il licenziamento di dipendenti pubblici, la “Marcha blanca” contro i tagli alla Sanità pubblica, la “Marcha Verde” a difesa della scuola pubblica.
C’era anche la “marcha naranja” (arancione) contro i tagli ai sussidi sociali ed ai programmi di lotta alla povertà, e infine la “marcha violeta” in difesa dei diritti delle donne, in particolare contro la roposta del governo Rajoy di cancellare il diritto all’aborto.
La richiesta più importante della Marcha Ciudadana (Marcia Cittadina) di oggi era la convocazione da parte del governo di un referendum che permetta agli spagnoli di essere consultati sui tanti provvedimenti che il governo sta prendendo e che stanno colpendo diritti e traguardi raggiunti nei decenni passati.
Da tutto il paese si sono mossi oltre 200 pullman, messi a disposizione dall’organizzazione sindacale.
Circa 70.000 persone in piazza
La manifestazione ha visto scendere in piazza circa 70.000 persone. Ci sono stati 4 arresti per “resistenza a pubblico ufficiale”, un gruppo di persone che portava un cartello con scritto “25S Rodea el Congreso”, in riferimento alla manifestazione di assedio al Parlamento convocata per il prossimo 25 settembre.
Probabilmente si tratta dell’inizio di un nuovo autunno caldo per la Spagna, pieno di proteste e mobilitazioni contro i tagli del governo.
Tuttavia le manifestazioni e gli scioperi si susseguono da mesi in Spagna (e non dimentichiamo le vaste mobilitazioni del movimento 15M dell’anno scorso), ma il governo non ha mostrato cedimenti sulla sua linea di tagli e riduzione dei diritti.
Siamo quindi di fronte a un pericolo di rottura del patto sociale in Spagna?
Molti autori ritengono di no. La cittadinanza, al di là dell’indignazione e della protesta, si trova oppressa da un nemico molto più diffuso dei politici visti come casta, e sono i mercati, contro i quali non esistono ancora dei mezzi per lottare e neanche alternative di governo. Di questo abbiamo un esempio in Grecia, dove a nulla è servita l’evidenza di una diffusa disperazione, risaltata dal suicidio in piazza di Dimitris Christoulas davanti al Parlamento. Proprio la culla della democrazia ci mostra come sia questa forma di governo che garantisce la pluralità e la difesa dei diritti umani è realmente in pericolo.
Il video della manifestazione del 15 settembre 2012 a Madrid
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