Spagna, si contano i danni per la piena del fiume Ebro: migliaia di animali morti e danni a case ed infrastrutture

La piena del fiume Ebro, in Spagna, ha avuto il suo picco massimo negli ultimi giorni di febbraio con forti strascichi fino ai primi di marzo, interessando ampie zone della Navarra prima e dell’Aragona poi.  A fine febbraio il fiume, il più lungo del paese (il secondo della penisola Iberica dopo il Tago) aveva già inondato decine di migliaia di ettari di territorio della Navarra. Ad inizio marzo la piena entrava con vigore in Aragona, dove ha prodotto ampie inondazioni. A Zaragoza, la piena del fiume è arrivata domenica 1 marzo.  Migliaia di persone sono state evacuate per il cedimento degli argini. Numerosi centri abitati sono stati evacuati per l’invasione delle acque: Tudela, Boquiñeni, Pradilla..

La piena più grande dell’ultimo decennio

Si è trattata della piena più importante degli ultimi  10 anni, con circa 2610 metri cubi al secondo. Ben lontano dalla piena storica del 1961, quando raggiunse e superò i 4000 m3/s.Adesso è tempo di contare i danni, mentre in diverse zone dell’Aragona ancora si spala il fango e si pompa via l’acqua dalle zone ribassate. Lunedì sono state diffuse le immagini delle migliaia di animali da allevamento morti annegati per le inondazioni. Una stima parla di 9000. Per la maggior parte sono maiali, vitelli, cavalli, ma anche gatti e cani. Collettivi ambientalisti spagnoli hanno denunciato l’enorme quantità di animali moribondi presenti ancora questa settimana nei campi allagati, e il fatto che nè le autorità nè gli allevatori avrebbero mosso un dito per salvarle.

Tanti danni materiali e migliaia di animali morti per l’alluvione

Per quanto riguarda i danni materiali, sono state danneggiate alcune strade, mentre i piani bassi di centinaia di abitazioni hanno subito l’invasione di fango e acqua. Gravi danni alle imprese agricole, con distruzione di serre, orti, danneggiamento delle coltivazioni a semina. I danni stimati ammontano ad alcuni milioni di euro.
Intorno a questa calamità è andato in scena anche il patetico siparietto politico fra il presidente del governo Mariano Rajoy e il leader del PSOE Pedro Sanchez, che nelle elezioni di fine anno si giocheranno non solo il potere, vista l’ascesa dei nuovi movimenti politici come Podemos e Ciudadanos, ma la stessa influenza dei loro partiti. Il 4 marzo il socialista Pedro Sanchez si è recato nelle aree alluvionate, da dove ha lanciato l’accusa al premier Rajoy di non aver visitato gli abitanti colpiti. “Che cazzo deve succedere – ha detto testualmente il leader socialista – perché Rajoy lasci la Moncloa (il palazzo dove risiede il premier) e venga a spalare il fango?“. Rajoy ha risposto dicendo che Sanchez ha utilizzato il disastro naturale a fini elettorali, peraltro esagerandone l’entità.
Il governo spagnolo ha stanziato intanto lo scorso venerdì oltre 100 milioni di euro per riparare i danni provocati dal maltempo: non solo dallo straripamento dell’Ebro ma anche dalle diverse ondate di maltempo che hanno colpito il Nord della Spagna.
A questo link le foto impressionanti della piena dell’Ebro sul sito dell’Huffington Post Spain.
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