Aspettando le elezioni del 20 dicembre, foto e reportage da Vallecas (Madrid)

manifesti elettorali a Vallecas (17 dicembre 2015)
manifesti elettorali a Vallecas (17 dicembre 2015)

Mancano tre giorni al voto del 20 dicembre, una delle elezioni politiche più attese ed incerte della storia spagnola. Stamattina ci siamo spostati nel quartiere madrileno di Vallecas, il più povero ed anche il più politicamente attivo, storicamente “rosso”. Quando Madrid votava massicciamente per la destra del Partido Popular, dagli anni ’90 al 2015, Vallecas era l’unico quartiere che votava sempre PSOE. E non solo. Vallecas è l’unico quartiere dove la sinistra radicale, inizialmente il Partido Comunista e poi Izquierda Unida, ha sempre ottenuto risultati da record. Se nel resto del paese i risultati erano a una cifra, a Vallecas erano a due cifre. Alle elezioni di maggio 2015, il risultato per le sinistre è andato oltre ogni previsione: valanga di voti per Ahora Madrid (la piattaforma che includeva Podemos e altri partiti di sinistra), al secondo posto il Partito Socialista…e molto dietro i conservatori del PP.

Un quartiere ricchissimo di associazioni, comitati cittadini, radio indipendenti. Qui sono nati gruppi musicali diventati poi famosi come gli Ska-P (diventati famosi grazie ad una radio di quartiere), ed è di Vallecas la terza squadra di calcio di Madrid, il Rayo Vallecano, di cui gli abitanti del quartiere sono molto orgogliosi. Per molti madrileni abitare qui è sinonimo di povertà e disagio sociale. Vallecas però è un quartiere così speciale che in un certo senso già abitarci è un atto politico. Non è un caso che Pablo Iglesias, il leader di Podemos, che vive nella parte alta di questo vasto quartiere, non abbia mai nascosto di abitarci, facendo del suo vivere a Vallecas un punto di forza per la sua candidatura popolare.

manifesti elettorali a Vallecas (17 dicembre 2015)
manifesti elettorali a Vallecas (17 dicembre 2015)

Vallecas è situata nella periferia sud orientale di Madrid, delimitata a nord dalla M-30 (autostrada cittadina) e a sud dalla M-50. È formato in realtà da due distretti, Puente de Vallecas e Villa de Vallecas, ed ha una estensione molto grande. Gli abitanti sono oltre 300.000. Chi arriva a Puente de Vallecas da altre parti di Madrid ha la sensazione di trovarsi in un’altra città. O meglio, in un grosso paese. Strade strette, a volte dei veri e propri vicoli, case basse e attaccate le une alle altre, un traffico più disordinato che altrove. E pensare che da qui i quartieri “bene” non sono poi così lontani ed i centri del potere sono distanti pochi chilometri.

A Vallecas comunque si trovano anche ampie aree moderne, con palazzoni e strade ampie. La zona più antica è però quella di Puente de Vallecas.

manifesti elettorali a Vallecas (17 dicembre 2015)
manifesti elettorali a Vallecas (17 dicembre 2015)

Girando per le strade di Vallecas, almeno nelle zone più vecchie formate da case basse e da blocchi di palazzine popolari, si capisce rapidamente di trovarsi in un quartiere povero. Le statistiche parlano chiaro: il reddito pro capite è il più basso di tutta Madrid, e la differenza con i quartieri più ricchi come quello di Salamanca, è abissale. Qui la disoccupazione è ai massimi livelli, ben più alta della media nazionale, e da decenni il problema della casa colpisce tante persone. Non è un caso se Vallecas è il quartiere simbolo delle lotte per la casa, che negli anni ’70 sfociavano spesso in scontri con la Polizia. Oggi è diventata la culla di nuovi movimenti, da quello contro gli sfratti alla marea verde in difesa della scuola pubblica. Un quartiere di lotte dal basso e di movimenti cittadini che si sono sempre dat da fare per riscattarsi da una situazione svantaggiata.

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Un manifesto di Unidad Popular lungo Avenida de Albufera, a Vallecas (Madrid)

La fermata metro Puente de Vallecas, linea 1, è un buon punto di inizio per visitare il quartiere. Si percorre la Avenida de la Albufera, che sale verso lo Stadio del Rayo Vallecano. Una strada sempre animata, piena di negozi e di persone, con case basse che vi si affacciano.

La campagna elettorale a Vallecas: manifesti di Podemos, PSOE, IU…

Per strada i cartelloni elettorali sono tanti, ma non tantissimi. Sui lampioni ci sono i cartelli che pubblicizzano PSOE e Izquierda Unida, sui muri e sulle pensiline delle fermate è pieno di adesivi di Podemos. I manifesti di Podemos, con la faccia di Pablo Iglesias compaiono un po’ ad ogni angolo. Basta entrare nelle vie laterali per trovarne qualcuno, attaccati sulle saracinesche di qualche negozio fallito, sui muri di una banca, o sulla buca delle poste. Nei pressi della fermata Puente de Vallecas, su un edificio, un grosso striscione rosso, recuperato da passate elezioni (quante ne avrà viste?) invita a votare per il PSOE, il partito socialista che qui in Spagna è stato per decenni il baluardo contro le destre e per molti decenni il partito più votato a Vallecas.

manifesti elettorali a Vallecas (17 dicembre 2015)
La sede del PSOE a Vallecas, presso la storica Casa del Popolo (17 dicembre 2015) – foto L. Pasqualini

Proprio a poca distanza da quello striscione c’è l’antica sede del PSOE, che si trova all’interno della Casa del Pueblo. Un edificio storico, restituito ai socialisti dopo la fine della dittatura.

Allontanandosi da Avenida de Albufera ci si addentra nelle strade laterali. Calle Sierra Carbonera, Calle de Pingarròn: stradine strette fiancheggiate da case di massimo 3-4 piani, basse, tutte attaccate le une alle altre. La parte centrale di Vallecas non ha molti spazi verdi, è un susseguirsi di case, costruzioni, a volte un po’ malandate. Camminando qui non sembra che fra tre giorni la Spagna vivrà elezioni così importanti. I cartelli elettorali sono quasi del tutto assenti. Le uniche scritte politiche sono i murales che invitano al non voto, firmate da anarchici o comunisti. In tutta Vallecas poi sono tante le scritte “Alfon libertad” che chiedono la liberazione di uno studente arrestato durante uno sciopero generale in seguito a scontri con la polizia. Murales come questi sono firmati dai movimenti anarchici o dai centri sociali madrileni, critici con qualsiasi forza politica. Gli antisistema, dicono qui i mass media. Sono scritte che ricordano che esiste una parte di Spagna che non andrà a votare.

Qui la giornata è una come tante. Operai lavorano in qualche appartamento, i lavoratori escono di casa per recarsi al loro posto di lavoro, i ragazzi e le ragazze vanno a scuola.

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Una scritta compara il leader di Ciudadanos, Albert Rivera, al Primo Ministro del PP Mariano Rajoy, presso lo stadio del Rayo Vallecano (Vallecas, Madrid) – foto L.Pasqualini

Si arriva poi allo stadio del Rayo Vallecano. Qui come in tutte le zone più trafficate i manifesti elettorali tornano ad apparire, ma non così tanti come ci si potrebbe aspettare. Podemos, Izquierda Unida, qualche manifesto del PSOE, sono le uniche sigle politiche visibili per strada. Una scritta sul muro invita a ribellarsi alla corruzione del PP, un’altra equipara Albert Rivera (il leader di Ciudadanos, il nuovo partito che potrebbe prendere una valanga di voti e che alcuni hanno ribattezzato il “Podemos di destra”) a Rajoy, primo ministro del PP. Nel quartiere è davvero difficile rintracciare un manifesto di Ciudadanos o del Partido Popular. Nella nostra visita del quartiere, non ne abbiamo visto neanche una. A Vallecas la destra entra raramente. Anche per attaccare manifesti elettorali.

Anche nella zona dove vive Pablo Iglesias, nella colonia Fontarron, i manifesti sono tanti ma non tantissimi. Li trovi dietro i cartelli stradali, sulle pensiline, su qualche muro. Niente in confronto a quello che succede nelle città italiane in campagna elettorale. Qui la sigla del partito e la faccia del leader sono le uniche cose che si vedono. Anche i manifesti sono relativamente piccoli. Si punta di più su altre forme di farsi conoscere, attraverso i media, Internet, eccetera. E tutti i sondaggi dicono che le elezioni del 20 dicembre 2015 saranno fra le più partecipate della storia della democrazia.

Qui sotto alcune foto scattate il 17 dicembre 2015 nel quartiere di Vallecas, Madrid. (foto Lorenzo Pasqualini)

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