
MADRID. Ricorre oggi, 23 febbraio 2016, il 35° anniversario dal tentativo di colpo di stato in Spagna, ad opera di alcuni comandi militari.
Il tentativo di golpe sprofondò per alcune ore la Spagna nell’incubo di una nuova dittatura, a soli cinque anni e quattro mesi dalla fine del regime franchista.
Tutto iniziò alle 18.22 del 23 febbraio 1981, quando nel Congreso de los Diputados di Madrid era in corso l’investitura del nuovo presidente del governo, Leopoldo Calvo-Sotelo, che avrebbe sostituito Adolfo Suarez appena dimessosi.
Durante la votazione un manipolo di militari, appartenenti alla Guardia Civil (un corpo paragonabile con i Carabinieri italiani), entrarono nel Parlamento armati di mitraglietta. Fra lo sconcerto dei deputati e quello dei giornalisti presenti, il colonnello Antonio Tejero salì sulla tribuna urlando “Quieto todo el mundo!” (tutti fermi!).
L’irruzione dei militari nel Parlamento spagnolo

Subito dopo ci fu una scarica di spari, uno dei momenti più drammatici di quella serata di febbraio. I colpi vennero esplosi in aria dopo che Gutiérrez Mellado, militare nonché vicepresidente del governo, intimò a Tejero di immobilizzarsi e lasciare l’arma.
I colpi causarono solo alcuni feriti per il distacco di pezzi di intonaco. Ancora oggi sono visibili nel Congreso di Madrid i fori causati da quelle scariche.
Fu allora che la maggior parte dei deputati si nascose dietro i banchi del Parlamento e Santiago Carrillo, segretario del Partito Comunista di Spagna, rimase seduto.
Lo fece, come disse successivamente in una intervista, non per particolare coraggio ma perché era sicuro che lo avrebbero ucciso quella notte e voleva morire in “modo dignitoso“, come rappresentante del partito di cui era segretario.
Anche Adolfo Suarez viene ricordato per essere rimasto seduto durante il tentativo di golpe.
Carri armati e quasi duemila militari in strada a Valencia

Poco dopo a Valencia ci fu il sollevamento militare capeggiato da Jaime Milans del Bosch.
A Valencia il tentativo di golpe fu particolarmente impressionante per i cittadini, perché decine di mezzi corazzati e carri armati dell’esercito, oltre a 1800 uomini, vennero dispiegati nelle strade cittadine ed intorno la città.
Venne dichiarato lo stato d’eccezione e per una notte la città mediterranea tornò agli anni della dittatura franchista.
Diversi comandi militari però, non si unirono ai comandi sollevati.
Le defezioni furono numerose, ed all’1 e 14 di notte il Re Juan Carlos comparve in televisione con un discorso contro i golpisti ed a favore della Costituzione del 1978.
Il sequestro dei deputati in Parlamento durò 18 lunghissime ore. Il 24 febbraio però, il giorno dopo, la Spagna poté tirare un sospiro di sollievo. Il golpe era fallito.
Il video del tentativo di colpo di stato in Spagna, il 23 febbraio 1981
Rassegna stampa spagnola sui 35 anni dal 23F
Per saperne di più sul 23 febbraio 1981 in Spagna, un po’ di articoli. A questo link gli articoli sul 23F pubblicati dal quotidiano El Pais, che si impegnò molto in quelle ore drammatiche per mantenere alta la parola “democrazia” (sua la famosa edizione straordinaria che uscì nelle edicole la sera del 23, con il titolo cubitale: “El Pais, con la Costituzione“).
Sempre del quotidiano El Paìs questa galleria di foto sul golpe del 23F, e un documentario che è stato mostrato per la prima volta proprio nel 35° anniversario (a questo link).
L’altro giornale (come El Paìs appena nato) che quel drammatico giorno ebbe il coraggio di uscire in edicola con una edizione straordinaria è Diario 16, che recentemente ha ripreso le pubblicazioni. In questo articolo tocca alcuni degli aspetti mai chiariti che ci sono dietro quel tentato golpe.
La radio Cadena SER fu l’unica che riuscì a trasmettere dal Parlamento durante le ore del sequestro, e a questo link offre le registrazioni audio di quella storica e drammatica serata. In questo articolo invece, si argomenta la tesi per la quale il Re Juan Carlos sarebbe stato dietro il tentato golpe del 23F.
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