Spagna, niente da fare per il socialista Pedro Sanchez: bocciato anche alla seconda votazione

spagna congresoMADRID. Niente da fare per il segretario generale del PSOE Pedro Sanchez. Nella seconda giornata di votazioni per l’investitura del presidente del governo, il leader del partito socialista spagnolo ha ricevuto solo 130 voti a favore di fronte a 219 voti contrari. Non ha raggiunto quindi la maggioranza semplice necessaria ad essere investito della carica di Presidente del governo, per la quale era stato incaricato dal Re Felipe VI ad inizio febbraio. I voti a favore sono stati soltanto quelli del suo partito (90), e di Ciudadanos (40), oltre al voto di un deputato del partito regionale Coalicion Canaria. In tutti 130 voti, contro 219 voti contrari. Stavolta sarebbe stata sufficiente la maggioranza semplice, ma i voti non sono bastati neanche per quella.

Il patto fra socialisti e Ciudadanos quindi, su cui Pedro Sanchez aveva puntato tutte le sue energie, è stato bocciato in quella che rimarrà come una giornata storica. Nella storia della democrazia spagnola non era mai successo che un presidente incaricato dal re non ricevesse la fiducia.4-marzo-2016_spagna

Fino all’ultimo momento i socialisti avevano sperato in un “sì” di Podemos, assai improbabile dopo l’infuocato dibattito parlamentare del 2 marzo. In quella movimentata mattinata il leader del partito viola aveva esplicitamente definito il patto PSOE-Ciudadanos un accordo di destra. I socialisti hanno deprecato il “no” di Podemos affermando che in questo modo si aprono le porte a un possibile ritorno della destra. Podemos da parte sua continua a insistere per un patto di governo con i socialisti che coinvolga i partiti di sinistra (Podemos, Izquierda Unida) e che escluda Ciudadanos. Questo patto avrebbe maggiore appoggio in termini di voti ma la maggioranza sarebbe vincolata ad eventuali accordi con partiti regionali catalani e baschi.

Qui sotto il tweet di Pedro Sanchez dopo la votazione, conclusasi nella serata di venerdì 4 marzo 2016.

Rajoy scalda i motori per le elezioni anticipate: lo scenario più probabile

Il leader del Partido Popular ed attuale presidente del governo “in funzione”, Mariano Rajoy, scalda già i motori per quello che sembra lo scenario più probabile: il ritorno al voto. Il Congreso ha infatti tempo fino al 2 maggio per trovare un candidato che sia appoggiato dalla maggioranza dei deputati. Se questo candidato non viene trovato, la Spagna tornerà a votare il 26 giugno.

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