MADRID. A meno di 48 ore dal voto del 10 novembre, quando in Spagna si sono tenute le quarte elezioni politiche in meno di 4 anni, è arrivato l’accordo fra socialisti (PSOE) e la formazione di sinistra Unidas Podemos.
Un pre-accordo di governo, che porterà al primo governo di coalizione in decenni di storia democratica del paese. E che porterà per la prima volta al potere una formazione politica di sinistra: non solo Podemos, ma anche Izquierda Unida, che si trovano insieme sotto la sigla Unidas Podemos (UP).
I leader di Podemos (Pablo Iglesias) e del PSOE (Pedro Sanchez) hanno annunciato l’accordo dopo le 14 di oggi, in una conferenza stampa al termine della quale si sono abbracciati.
Le difficoltà, comunque, saranno molte: le due forze politiche non hanno infatti la maggioranza e dovranno contare su un appoggio esterno da parte di altri partiti, in particolare quelli regionali.
Il vice premier sarà Pablo Iglesias, leader di Podemos
La notizia di oggi, oltre a quella dell’accordo, è che il vice presidente del governo sarà Pablo Iglesias, storico leader di Podemos. Il premier sarà ancora Pedro Sanchez, leader del PSOE e presidente del governo dal giugno 2018.
Pedro Sanchez, dal “no” senza condizioni all’abbraccio con Iglesias
Quello che non era stato possibile in sei mesi di estenuanti trattative, seguite al voto del 28 aprile scorso, è diventato realtà nel giro di meno di 48 ore. Del resto, le alternative non erano molte.
In Spagna mai un governo di coalizione in 40 anni di democrazia
Il voto di domenica ha consegnato uno scenario di maggior frammentazione rispetto a quello uscito dal voto di aprile. Il PSOE, pur mantenendosi al primo posto, ha perso tre deputati, e Unidas Podemos ne ha persi 7 (anche se bisogna contare i 3 deputati della nuova formazione Màs Paìs, scissione di Podemos). Preoccupante per il blocco delle sinistre anche l’avanzata dell’estrema destra di Vox, che ha più che raddoppiato il numero di deputati.
Quando Sanchez disse: “non dormirei la notte, se avessi ceduto ministeri a Podemos”.
Insomma, un nuovo fallimento delle trattative sarebbe stato impossibile da comprendere per buona parte dell’elettorato di centro-sinistra spagnolo.
Vittoria per il leader di Podemos e per tutta la coalizione di sinistra Unidas Podemos, all’interno della quale si trova anche la storica formazione Izquierda Unida. Nei mesi scorsi i socialisti avevano più volte detto di no all’ipotesi di un governo di coalizione con la sinistra. Ora, dopo l’esito del voto del “10N”, si apre per la sinistra spagnola la storica possibilità di governare il paese.
Bisognerà vedere quale sarà lo stato di salute del governo: sicuramente sarà debole, perché PSOE e UP da soli non hanno la maggioranza, e neanche con l’appoggio di Màs Paìs.
Lorenzo Pasqualini
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