MADRID. Alla vigilia di una serie di importanti appuntamenti elettorali, in Spagna si fa acceso lo scontro tra le forze politiche spagnole alla sinistra del PSOE. In particolare, si sta consumando un duro scontro tra Podemos, la formazione nata nel 2014 e che rivitalizzò – con il leader Pablo Iglesias – il mondo della sinistra spagnola, e Sumar, la nuova coalizione lanciata il 2 aprile da Yolanda Diaz con l’obiettivo di raggruppare le forze della sinistra che si sono andate separando negli ultimi anni.
A grandi linee, i motivi di questa divisione non sono politici: le due formazioni condividono a grandi linee infatti le stesse idee, anche se si fa notare la divergenza di opinioni sull’appoggio militare all’Ucraina. Podemos è convintamente anti-NATO, mentre Sumar ha preso una posizione di responsabilità pragmatica, dicendo sì agli invii di materiale bellico al paese, per difendersi dalla Russia, anche se con una certa freddezza. I motivi di questo (al momento) mancato accordo, sono più legati al futuro, con Podemos restìa a diluire il suo peso in una coalizione con un nuovo logo e nome, non contenta del modo in cui si sta facendo, e preoccupata di contare poco nella futura coalizione delle sinistre.
Il resto delle forze di sinistra, invece, come Izquierda Unida, o la scissione di Podemos nata nel 2019, Màs Paìs, hanno già detto sì convintamente al progetto Sumar.
La situazione della sinistra spagnola nella primavera del 2023
Attualmente, nell’aprile del 2023, la sinistra spagnola alla sinistra del PSOE è piuttosto frammentata: troviamo Podemos e Izquierda unida unite nella coalizione Unidas Podemos, che fa parte dell’attuale governo insieme ai socialisti. Poi troviamo Màs Paìs, una scissione di Podemos nata nel 2019. Ci sono poi anche altre forze minori, tra cui gli ecologisti. Da segnalare anche le tante forze di sinistra regionali, che esistono solo a livello di singole Comunità autonome, dalla Catalogna alla Comunità valenciana passando per i Paesi Baschi, la Galizia, ecc. In Spagna queste forze regionali hanno un forte peso, in modo particolare nelle regioni bilingui ma non solo.
Fin qui la situazione delle forze politiche. Ma i risultati? Unidas Podemos, che come dicevamo governa dal 2020 insieme al PSOE, e che nel 2016 arrivò ad ottenere il 21% dei voti alle elezioni, ha avuto negli ultimi tempi un progressivo calo di consensi, passando dal 21% del 2016 a cifre intorno al 10% negli ultimi tempi. I sondaggi confermano questa situazione, indicando percentuali anche sotto il 10%. Màs Paìs si posiziona invece su pochi punti percentuali (2-3%). Appare evidente quindi che se la sinistra si presentasse nella vecchia veste, otterrebbe a stento (sommando tutti i suoi partiti) il 10% a livello nazionale.
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Sumar+Podemos=18%?
L’idea di Yolanda Diaz, con Sumar, è unire queste forze che si sono andate frammentando dopo il periodo di gran forza del 2014-2016, creando un unico ombrello per tutte le forze di sinistra. Nei sondaggi di aprile, i primi ad inserire Sumar come forza in campo, questa unione viene al momento premiata. Il nuovo progetto di Yolanda Diaz potrebbe ottenere infatti più del 10%. Se si presentasse insieme a Podemos, quindi con un’unica sigla, i sondaggi ipotizzano addirittura un 16-18% di voti per la sinistra di Sumar+Podemos (molto sopra, ad esempio, all’equivalente sinistra ecologista italiana, che non riesce a sfondare la barriera del 4% da anni). Una coalizione Sumar+Podemos al 16-18% avrebbe quindi le carte in regola per diventare la terza forza politica del paese, superando quindi anche Vox, che resta intorno al 15% nei sondaggi.
Non è affatto chiaro come finirà questo scontro tra Podemos e Sumar. Se le due forze si presentassero divise, potrebbe uscirne indebolito tutto il blocco delle sinistre, compresi i socialisti, e diventerebbe più probabile in autunno la formazione di un governo PP-Vox, che si posizionerebbe su una linea amica rispetto a quello di Giorgia Meloni in Italia.
Lorenzo Pasqualini
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