Desaparecidos italiani: storica sentenza in Italia contro il Plan Condor

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I mille volti dei desaparecidos, fatti scomparire fra gli anni ’70 e ’80 dalle dittature sud americane in accordo con la Cia americana, nell’ambito del Plan Condor

Con una storica sentenza, la giustizia italiana ha detto la sua sul Plan Condor, la gigantesca operazione segreta messa in piedi fra gli anni ’70 ed ’80 del secolo scorso dalle dittature del Sud America in accordo con gli Stati Uniti d’America e con la collaborazione della Cia, per eliminare fisicamente qualunque oppositore o presunto oppositore politico attivo negli ambienti della sinistra e combattere così ogni tentativo di opposizione ai regimi. [Lee el artículo en español]

La III Corte di Assise di Roma ha emesso otto condanne all’ergastolo, 19 assoluzioni e sei non luogo a procedere per morte degli imputati nei confronti di ex-presidenti, generali e ministri al potere in quel periodo, giudicati responsabili di quell’enorme piano criminale.

Il Plan Condor portò all’uccisione di oltre cinquantamila persone dall’Argentina al Perù, passando per Cile, Uruguay, Brasile

desaparecidosOltre cinquantamila fra studenti, operai, intellettuali, sindacalisti, esponenti di sinistra, sparirono in quegli anni, uccisi e fatti sparire nell’Oceano Atlantico con i “voli della morte” o interrati in fosse comuni. Moltissime altre vittime di questo terribile piano criminale sono noti come “desaparecidosperché mai più rintracciati. Molte di queste vittime subirono, prima della morte, lunghe prigionie in luoghi segreti durante le quali avvenivano torture ed ogni tipo di privazioni.

La decisione di effettuare un processo italiano ai responsabili del Plan Condor, arrivò nel 2015 dopo il via libera dell’allora ministro della Giustizia Andrea Orlando, il quale accolse la richiesta del gup del Tribunale di Roma Alessandro Arturi che sollecitava il giudizio per nove imputati ai sensi dell’articolo 11 del codice penale.

Qui la notizia sul quotidiano argentino Pagina 12. L’Argentina fu uno dei paesi più colpiti dalla vasta operazione di repressione del Plan Condor, con migliaia di desaparecidos

Gli imputati erano accusati anche dell’uccisione di 23 cittadini di origine italiana

A vario titolo gli imputati in questo processo erano accusati di aver fatto uccidere anche 23 cittadini di origine italiana che vivevano nei Paesi sudamericani. Le accuse erano quelle di omicidio plurimo aggravato e sequestro di persona. Nei confronti degli imputati non era contestata la strage per un vizio di procedibilità riscontrata nell’ambito delle udienze preliminari.

I condannati all’ergastolo avevano cariche importanti nei rispettivi paesi d’appartenenza. In particolare citiamo Luis Garcia Meda Tejada,  presidente della Bolivia dal 1980 al 1981; Luis Arce Gomez, generale, a guida del Dipartimento II dell’intelligence dello Stato Maggiore e poi ministro dell’Interno; Juan Carlos Blanco, ministro degli Esteri dell’Uruguay; Jeronimo Hernan Ramirez Ramirez, personsalità di primo piano in Cile; Francisco Rafael Cerruti Bermudez, ex presidente del Perù dal 1975, Valderrama Ahumada (colonnello in congedo dell’esercito in Cile), Pedro Richter Prada (ex primo ministro del Perù) e German Ruiz Figeroa (ex capo servizi segreti Perù).

Il primo processo sul Plan Condor si è concluso lo scorso anno in Argentina: quello italiano è il secondo

Il primo giudizio contro i responsabili della crudele repressione nell’ambito del Plan Condor si è concluso nel 2016 in Argentina, ed ha visto condannati quattordici ex capi militari e ufficiali dell’intelligence argentini e uruguayani.

Quello conclusosi ieri è un processo che ha un grande valore giuridico, storico e politico.

Rassegna stampa di giornali italiani, spagnoli e sud americani sul processo italiano

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