MADRID. La Spagna non chiude i porti come l’Italia, ma blocca le navi che fino a ieri salpavano per soccorrere migranti. Dopo il caso della Open Arms, bloccata in porto a Barcellona dall’8 gennaio dopo aver sbarcato 311 migranti soccorsi in mare e respinti da Italia e Malta, è il caso della nave Aita Mari, imbarcazione basca.
La nave, un vecchio peschereccio per la pesca del tonno rimesso a punto dalla ONG Salvamento Marítimo Humanitario (SHM) per il salvataggio di migranti, è bloccata da alcuni giorni nel porto di Pasaia.
Si conferma quindi la nuova linea del governo Sanchez, di non permettere a navi spagnole di spostarsi verso il Mediterraneo per soccorrere migranti, a seguito della chiusura dei porti di Italia e Spagna.
Mediterraneo senza navi da soccorso: nuove stragi di migranti
Intanto, il 19 gennaio è arrivata la notizia della prima strage di migranti del 2019 nel Mar Mediterraneo. Almeno 117 le vittime, al largo della Libia. Tre sopravvissuti sono stati soccorsi da un aereo militare italiano. Ormai nel Mediterraneo si trova soltanto una imbarcazione di soccorso migranti, la Sea Watch, di una ONG tedesca.
Subito dopo altra notizia di morti, stavolta oltre 50 nel Mar di Alboran. E domenica 20 gennaio sono giunte informazioni su un nuovo naufragio al largo della Libia. La nave Sea Watch ha annunciato che si dirige verso l’area del naufragio, ma si trova a 15 ore di distanza.
Qui sotto il varo della Aita Mari nell’agosto del 2018.
Lorenzo Pasqualini
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