MADRID. Inizia oggi una settimana complicata per il governo socialista di Pedro Sanchez, che ha da poco compiuto gli 8 mesi di vita. La settimana scorsa c’è stata la rottura del dialogo con i partiti indipendentisti catalani, gli stessi che garantiscono all’esecutivo i voti necessari per la permanenza al governo.
In particolare, ERC e Junts per Catalunya, avevano chiesto a Sanchez di inserire nel tavolo di dialogo un “mediatore”. Una richiesta inizialmente accettata dal governo Sanchez, nonostante le fortissime critiche della destra, che ha parlato di altro tradimento e di “dialogo con i golpisti”. La destra ha convocato una manifestazione che ieri ha visto scendere in piazza circa 50mila persone a Madrid e che ha richiesto le dimissioni del governo socialista ed elezioni anticipate.
Il 13 febbraio fiducia in bilico in Parlamento
Mercoledì 13 febbraio ci sarà la votazione della legge di bilancio per il 2019, in Parlamento, e se i partiti indipendentisti non votassero a favore, il governo Sanchez finirebbe sotto, con il probabile avvio di una crisi di governo. Finora il governo, di minoranza, è sopravvissuto grazie ai voti della sinistra di Unidos Podemos e grazie ai voti favorevoli dei partiti nazionalisti catalani e baschi, fra cui ci sono anche i partiti indipendentisti protagonisti dell’ondata secessionista degli ultimi due anni.
Il 12 febbraio inizia il processo ai leader indipendentisti
Non finisce qui: il 12 febbraio, quindi il giorno prima delle votazioni, inizierà a Madrid il processo a 12 leader indipendentisti accusati di reati gravissimi fra cui “ribellione”, per aver proclamato la Repubblica di Catalogna nell’ottobre del 2017 e per aver preso parte al processo di rottura con lo stato spagnolo. Insomma, inizia una settimana molto calda in Spagna. La seguiremo con attenzione su El Itagnol.
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