Dopo più di duemila anni la memoria del condottiero cartaginese che per decenni tenne in scacco i romani è ancora viva e i luoghi e le leggende raccontano di lui lungo il suo percorso straordinario che intraprese con novantamila uomini, dodicimila cavalli e decine di elefanti per portare la guerra a Roma sul suo stesso territorio.
Paolo Rumiz, giornalista e scrittore, si mette in viaggio sulle tracce di Annibale, o meglio del suo mito. Con i libri degli storici Polibio e Livio nello zaino inizia la sua straordinaria avventura dalle rovine della punica Cartagine distrutta e incendiata dai romani, alla spagnola Cartagena che fu la più grande colonia africana in Europa.
Dai Pirenei agli Appennini passando per le Alpi
Attraversa i Pirenei, la Francia, le Alpi e gli Appennini. Non si conosce quale sia stato il reale percorso di Annibale, ma molti sono i passi alpini e i percorsi appenninici che si contendono il prestigio della traversata, molti i luoghi che conservano il suo nome nei toponimi, molti i “ponti di Annibale”.
Il condottiero che tenne in scacco i romani
E poi ancora verso il sud d’Italia sulle orme del grande condottiero, che qui trascorse decenni fra ozi, battaglie e scaramucce, fino alla disfatta e all’imbarco dalla Puglia per la Grecia e poi la Turchia dove tradito si diede la morte piuttosto che cadere in mano al nemico di sempre. Su una collina non lontano da Istanbul un monumento costruito nel 1932 ricorda il luogo dove forse fu sepolto.
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