
Il 28 aprile gli spagnoli sono chiamati ad eleggere i deputati e i senatori delle Corti generali: il Congreso de los Diputados (350 deputati) ed il Senado (208 senatori). In Spagna la ripartizione dei 350 scanni del Congresso avviene usando un sistema proporzionale. La formula applicata è quella del Metodo d’Hondt, con modifiche stabilite dalla Legge Organica 5/1985 (Capitolo 3).
La Spagna viene divisa in Circoscrizioni sulla base delle Province, che sono 50. Ogni Provincia è quindi considerata come Circoscrizione in occasione di ogni elezione generale. In totale le Circoscrizioni sono 52 perché entrano nel computo anche Ceuta e Melilla, città in territorio africano con statuto speciale.
Per il Congresso, dove i deputati sono 350, ogni provincia elegge una base di 2 deputati a cui come vedremo si aggiungono altri su base proporzionale. Ceuta e Melilla eleggono un solo deputato ciascuna.
I restanti 248 deputati vengono ripartiti fra le 50 province spagnole sulla base della popolazione di ciascuna (in realtà questa ripartizione non è proporzionale “pura” perché alle province con meno abitanti viene applicato un fattore di moltiplicazione). Madrid è la provincia che elegge il maggior numero di deputati (36), seguita da Barcellona (31), Valencia (15), Alicante e Siviglia (12) e via così diminuendo fino al minimo di Soria (2).
Questa divisione dei deputati viene criticata dai partiti minori o da quelli non concentrati territorialmente, perché la Spagna è caratterizzata da regionalismi molto forti: paradossalmente un partito che prende voti in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale (e in maggior numero) può avere meno deputati eletti di uno che abbia un forte consenso solo a livello provinciale. Questo accadeva fino ai primi anni 2000 con Izquierda Unida, che otteneva meno deputati di altre formazioni nonostante avesse avuto più voti a livello nazionale.
Lo sbarramento è del 3%. Se in una circoscrizione un partito prende meno del 3% viene escluso dal computo per quella circoscrizione. Fin qui abbiamo parlato del Congresso, la camera più importante.
Alle urne come si vota in Spagna?
In Spagna, per l’elezione dei deputati del Congreso, si usa il sistema delle “papeletas electorales” prestampate. Invece del “lenzuolo” usato in Italia, con tutti i simboli dei partiti in una unica scheda su cui l’elettore deve indicare una croce, in Spagna c’è una scheda per ogni partito. Sono dei fogli allungati e stretti su cui è indicato il nome del partito e la lista dei candidati (le liste sono chiuse). L’elettore, una volta entrato nel seggio, sceglie la “papeleta” del partito che vuole votare, prendendola da un tavolo dove sono ordinate tutte le schede elettorali dei partiti che si presentano in quella Circoscrizione. La “papeleta” del partito scelto può essere portata anche da fuori casa: molti partiti inviano al proprio domicilio il foglio per votare, che può essere quindi portato da casa.
Una volta scelto il foglietto del partito esso va inserito nella busta con sopra scritto “diputados” e portata al seggio dove, dopo aver mostrato il documento d’identità, si inserisce la busta nell’urna. La scelta della scheda elettorale elettorale avviene davanti agli altri votanti, anche se ci sono delle cabine con tendina dove chi vuole può entrare e scegliere in segreto la propria papeleta (ma sono poco usate).
Inoltre in Spagna i partiti inviano, nelle settimane precedenti al voto, a casa di tutti gli elettori, la papeleta e la relativa busta. L’elettore si può quindi recare al seggio con la busta già chiusa, in modo che nessuno veda quale si è scelto.
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