Il 10 giugno del 1924, a Roma, veniva rapito e assassinato Giacomo Matteotti. Il politico italiano, segretario del Partito Socialista Unitario, venne assassinato da una squadra fascista, probabilmente su ordine di Benito Mussolini.
Pochi mesi prima Matteotti aveva denunciato i brogli e le violenze avvenute durante le elezioni dell’aprile del 1924 ed aveva portato avanti coraggiose indagini sulla corruzione nel governo Mussolini.
“Giacomo Matteotti va considerato uno dei Padri della democrazia italiana – ha affermato oggi il presidente della Repubblica Mattarella, in occasione dei 95 anni dall’omicidio.
Mattarella: “Matteotti uno dei padri della democrazia”
“Anche se il suo brutale assassinio venne compiuto agli inizi del regime fascista, impedendo al leader socialista di continuare la battaglia di opposizione e di partecipare poi alla costruzione della Repubblica, l’eredità politica e morale di Matteotti è contenuta nei valori della nostra Costituzione e della stessa comunità nazionale” ha detto Mattarella.
“Il sequestro e l’uccisione del deputato che ebbe il coraggio di denunciare, nell’aula di Montecitorio, le violenze e i brogli che avevano caratterizzato le elezioni del 1924, rappresentarono una svolta tragica nella storia del Paese”.
“L’indignazione che seguì a tanta barbarie, e che si espresse anche nella protesta aventiniana, purtroppo non impedì l’affermazione di un regime dittatoriale che segnò la fine del Parlamento e condusse l’Italia all’isolamento e al conflitto”. “Questo anniversario è un giorno di memoria che chiama le diverse generazioni di italiani a riflettere sulle responsabilità comuni, affinché i presupposti civili della democrazia siano continuamente rinsaldati, e non sia più consentito a nessuno di comprimere le libertà e i diritti”.