
MADRID. In pieno agosto, ci troviamo con situazioni politiche incandescenti in entrambi i paesi di cui si occupa El Itagnol: Spagna e Italia.
In Spagna continua l’impasse, con l’impossibilità di formare un nuovo governo, mentre in Italia il governo Conte è entrato in crisi per la definitiva rottura fra Lega e M5S. Scenari e situazioni diverse che rischiano di portare però entrambi i due paesi a elezioni politiche anticipate.
Il punto della situazione in Spagna
Il 25 luglio si è svolto il voto di fiducia, ma l’astensione di Unidas Podemos non ha permesso a Sanchez di ottenere quella maggioranza necessaria a formare un esecutivo. La destra, con i tre partiti PP, Cs e Vox, ha votato no.
In Spagna la sinistra ha sprecato una opportunità (Internazionale)
Sul profondo disaccordo fra socialisti e coalizione di sinistra avevamo parlato già più volte nelle ultime settimane. In sintesi, il Partito socialista (PSOE) voleva formare un governo monocolore, con l’appoggio di Unidas Podemos, ma senza consegnare ministeri chiave alla formazione guidata da Pablo Iglesias.
Il leader di Podemos, invece, ha chiesto fino all’ultimo che il governo fosse di coalizione, con ministeri importanti consegnati alla formazione. Un governo PSOE-UP, quindi, con ministri di entrambe le formazioni, ovviamente in numero calibrato sul peso dei voti ottenuti. I socialisti però, non hanno mai accettato questo accordo, che sarebbe stato storico.
Il fallimento del voto di fiducia lo scorso 25 luglio
Dopo il fallimento del voto di fiducia le cose non sono cambiate molto. Le posizioni restano contrarie, di rottura e di sfiducia reciproca, secondo le parole dei due leader, Iglesias e Sanchez.
25 luglio. Sànchez non ottiene la fiducia. L’articolo del Corriere della Sera
Si è parlato con insistenza di possibili nuove elezioni anticipate se le cose non cambiano. Scenari che però sembrano preparare a un accordo dell’ultima ora, quando ormai le cose sembreranno “irreparabili”. Chi sarà il perdente fra le due forze politiche? Il PSOE non sembra temere troppo le urne anticipate, visto che i sondaggi confermano il buon risultato del 28 aprile (oltre il 30% di consensi).
Spagna, il rischio di tornare a votare per la quarta volta in quattro anni
Probabilmente bisognerà attendere fine agosto o inizio settembre per sapere se la Spagna tornerà clamorosamente a votare in autunno, a quasi mezzo anno dalle elezioni del 28 aprile scorso (sarebbe la quarta volta in soli quattro anni) o se finalmente le cose si sbloccheranno. Quest’ultima sembra però la soluzione più sensata.
A 100 giorni dalle elezioni, la pressione su Unidas Podemos affinché accetti di appoggiare un governo monocolore a guida socialista, crescono. I sondaggi poi, mostrano un certo malcontento dell’elettorato di sinistra e socialista verso l’impasse: solo il 5% appoggia l’idea di un ritorno al voto. Pressioni sono in corso anche sui socialisti del PSOE: è di pochi giorni fa l’appello dei sindacati spagnoli più grandi a Pedro Sanchez affinché raggiunga un accordo di governo con UP per evitare nuove elezioni.
All’interno di Unidas Podemos, poi, si fanno sentire anche posizioni a favore di un governo monocolore socialista, appoggiato da UP, sul modello portoghese. Una via per impedire l’avanzata delle destre e
Lorenzo Pasqualini
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