
MADRID. Sono iniziate questa mattina, lunedì 16 settembre, le nuove consultazioni del Re di Spagna Felipe VI con i principali partiti politici spagnoli, per verificare se si è sbloccata la situazione di blocco che va avanti dalla primavera scorsa e se è possibile la formazione di un governo.
Consultazioni del Re in corso
Ci sono ancora pochi giorni per un accordo che, secondo tutti i principali giornali spagnoli, è attualmente ancora molto lontano, salvo colpi di scena dell’ultima ora. Il 23 settembre infatti, scade il termine per la formazione di un nuovo governo. Superata quella data, la Spagna dovrà tornare alle urne per la quarta volta in quattro anni. Si voterebbe il 10 novembre.
Il rischio di nuove elezioni il 10 novembre
Il motivo del blocco è tutto nell’incapacità dei due partiti del centro-sinistra, PSOE e Unidas Podemos, di accordarsi per formare un governo. I socialisti hanno spinto fin da subito per un governo monocolore appoggiato esternamente da Podemos, salvo poi, a fine luglio, offrire all’ultimo momento dei ministeri senza portafoglio alla formazione di sinistra. Una offerta giudicata tardiva ed insufficiente dalla sinistra, che votò contro nella famosa votazione del 25 luglio scorso.
Nelle settimana successive, i socialisti non hanno più offerto a UP di entrare nel governo, rifiutando l’ipotesi di un governo di coalizione. A nulla sono valse le richieste di Pablo Iglesias, che ha anche citato l’esempio dell’Italia per convincere il leader del PSOE Pedro Sanchez, per un governo di coalizione di centro-sinistra.
Di fronte al blocco delle trattative, la via delle urne sembra sempre più vicina.
Cosa dicono i sondaggi
Cresce però anche la preoccupazione di intellettuali e personalità del mondo progressista, che vedono un concreto rischio di vittoria delle destre. Nonostante i sondaggi ipotizzino una nuova vittoria dei socialisti, anche se senza maggioranza come già accaduto ad aprile, molti avvertono del pericolo di una massiccia smobilitazione dell’elettorato di sinistra deluso per quanto accaduto in questi mesi.
L’astensione degli elettori di sinistra potrebbe portare ad una clamorosa vittoria della destra, in particolare dei tre partiti che ora compongono l’arco conservatore: il Partido popular, Ciudadanos e l’estrema destra di Vox.
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