MADRID. La Lombardia e la regione di Madrid sono in questi giorni gli epicentri della pandemia di coronavirus in Europa e nel mondo, con migliaia di vittime e decine di migliaia di contagi accertati. In entrambe le regioni si fanno strada le richieste di una parte delle autorità, di medici e sindacati affinché venga chiuso “tutto”: già da settimane le due regioni sono in quarantena, ma ci sono ancora molte attività lavorative aperte. Questo porta al movimento di decine di migliaia di lavoratori.
In Italia dal 25 marzo stop alle attività non essenziali, in Spagna ancora no
Sindacati e autorità chiedono la chiusura totale delle attività, limitando ulteriormente gli spostamenti dei lavoratori. In Italia, dal 21 marzo è stata decisa la chiusura delle attività non essenziali, ma c’è ancora una lunga lista di attività aperte giudicate non essenziali, ad esempio dai sindacati, che ad inizio settimana hanno minacciato scioperi. Centinaia di migliaia di lavoratori continuano a muoversi nella regione considerata la locomotiva economica del paese.
la Repubblica, 28 marzo 2020. Anche dopo l’accordo con i sindacati che ha portato a un restringimento delle attività consentite, nell’industriosa Lombardia circolano ancora centinaia di migliaia di lavoratori, soltanto in parte legati all’indispensabile filiera che garantisce alimentari, sistema sanitario e farmacie. Sono donne e uomini che escono di casa, raggiungono la fabbrica o il magazzino o l’officina con mezzi pubblici o propri [… (l’articolo)
Intanto, anche nella regione di Madrid si moltiplicano le richieste di una chiusura totale delle attività. A Madrid, come in Lombardia, sono ancora aperte diverse attività. In questi giorni a Madrid sono ancora in corso i lavori di ristrutturazione edili e le opere di costruzione: aperti ad esempio i cantieri per la costruzione del quinto grattacielo di Madrid. In Spagna, a differenza dell’Italia, non è stata ancora decisa la chiusura totale delle attività considerate non essenziali.
Qui sotto, qualche articolo.
Medici bresciani: “in Lombardia bisogna chiudere tutto” (21 marzo)
la Repubblica, 28 marzo. “In Lombardia bisogna chiudere tutto”
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