Nel libro Il tempo migliore della nostra vita, lo scrittore napoletano Antonio Scurati narra in modo appassionato ma non retorico, la vita integerrima ed esemplare di Leone Ginzburg, giovane intellettuale antifascista fondatore insieme a Cesare Pavese e Giulio Einaudi della casa editrice Einaudi.
Un libro che ripercorre la vita di Leone Ginzburg
Appartenente a una famiglia ebrea di origini russe, ma in Italia fin da bambino, Leone Ginzburg risiede a Torino ed è qui che negli anni venti del secolo scorso frequenta il liceo e poi l’università, ha chiesto e ottenuto la cittadinanza italiana.
È un giovane colto e rigoroso, non ha ancora compiuto venticinque anni quando gli viene affidata la cattedra di letteratura russa all’università di Torino. Nel 1931 il fascismo impone ai professori universitari l’obbligo di giurare fedeltà al regime, la scelta è per lui ineluttabile: si rifiuta di firmare e perde la cattedra ponendosi sulla difficile strada che lo porterà ad essere un eroe e un martire della Resistenza.
Un intellettuale perseguitato dal fascismo perché oppositore ed ebreo
Il fascismo lo perseguiterà per tutti gli anni a venire in quanto oppositore del regime e come ebreo, togliendogli la cittadinanza italiana, incarcerandolo, sottoponendolo alla sorveglianza speciale e poi obbligandolo al soggiorno forzato in un paesino abruzzese.
Non rinuncia però a crearsi una famiglia e la moglie molto amata lo seguirà insieme ai figli in tenera età nel suo confino in Abruzzo. Natalia Ginzburg è nota ai lettori come affermata scrittrice.
Marito della famosa scrittrice Natalia Ginzburg

Non appena tornato libero nell’agosto del 1943 va a coordinare la sede romana dell’Einaudi, fra i bombardamenti e il disorientamento nell’imminenza di una crisi politico-militare che arriva l’8 settembre: l’armistizio, la fuga del re con tutta la corte e lo stato maggiore dell’esercito, l’occupazione tedesca del territorio italiano.
Lotta al fascismo con la scrittura
Leone Ginsburg passa alla clandestinità e continua la sua lotta antifascista senza impugnare un’arma, lo fa con la sola arma che conosca: la scrittura, redige un giornale clandestino del Partito d’azione, “L’Italia libera”. Lo arrestano davanti alla stamperia clandestina del giornale, viene incarcerato, morirà due mesi e mezzo dopo in seguito alle percosse ed alle torture ricevute, rispetto ad altri detenuti politici ha avuto un trattamento più spietato perché ebreo.
La moglie Natalia attraverso la scrittura cercherà di elaborare il terribile lutto per la morte atroce del marito, uno dei suoi libri più famosi è “Lessico familiare”. È da una frase in uno dei suoi racconti che viene il titolo del libro di Scurati: “il tempo migliore della mia vita” è nonostante tutti i pericoli e le incertezze per il futuro quello passato insieme al marito in quegli anni difficili.
Scurati accanto al ritratto rigoroso e riverente di Leone Ginsburg racconta storie parallele, quelle di gente semplice, i suoi nonni ed i genitori che vissero in quegli stessi anni e soffrirono privazioni, ingiustizie, pericoli durante il fascismo e poi durante la guerra, le vicende di quel periodo difficile in cui molte vite furono travolte dalla tragedia collettiva determinata dal regime fascista.
L’autore finisce per riflettere sulla sua generazione che ha vissuto in un periodo di pace, benessere e di democrazia e si chiede: “Cosa avrei fatto io al suo posto?”
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