
“Non ci arrendiamo di fronte all’autoritarismo: l’indipendentismo formerà un nuovo Governo a breve, nonostante le minacce di Madrid”. Queste le parole dell’ex presidente dell’esecutivo catalano Puigdemont, che oggi ha lasciato per la prima volta il Belgio da ottobre, per partecipare ad una conferenza in Danimarca.
Il leader indipendentista si è recato a Copenaghen dove ha tenuto un discorso molto duro contro la Spagna, paragonandola alla Polonia per le violazioni dei diritti e affermando che “l’ombra di Franco è ancora presente” nel paese.
Proprio oggi, da Barcellona, il nuovo presidente del Parlamento, Roger Torrent, ha scelto di proporre Puigdemont come candidato presidente del governo.
L’investitura deve avvenire entro il 31 gennaio. Nei giorni scorsi Puigdemont aveva affermato di esser disposto a governare dal Belgio, perché le nuove tecnologie permettono di governare a distanza. I partiti della maggioranza indipendentista, da Junts per Catalunya a ERC fino alla Cup, sembrano essere d’accordo nell’appoggiare nuovamente Puigdemont per formare un governo molto simile a quello rimosso nell’ottobre 2017.
Bisognerà però vedere come agirà Rajoy: l’applicazione dell’articolo 155 potrebbe essere prolungata, e la Catalogna resterebbe commissariata. A quel punto potrebbe però scattare una nuova ondata di proteste di piazza…
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