Sabato 16 marzo si è svolta a Madrid una grande manifestazione organizzata dalle forze indipendentiste catalane per chiedere la libertà dei leader politici in prigione e per protestare contro il processo in corso presso il Tribunal Supremo sui fatti dell’autunno 2017. Un processo definito ingiusto e sbagliato.
Decine di migliaia di persone, centoventi mila secondo gli organizzatori, hanno sfilato in un grande corteo da Atocha a plaza de Cibeles dietro lo slogan “l’autodeterminazione non è reato. Democrazia è poter decidere”.
Presso la Corte Suprema di Madrid è in corso da febbraio il processo ai dodici leader politici catalani accusati di gravi reati per aver preso parte al processo separatista nell’autunno del 2017. I 12 imputati, fra cui vi è anche l’ex vicepresidente del governo catalano ai tempi dell’esecutivo di Puigdemont, Oriol Junqueras, e la ex presidente del parlamento catalano Carme Forcadell, sono accusati di reati molto pesanti fra cui quello più controverso è il reato di ribellione, oltre all’uso improprio di fondi statali. Si trovano in carcere in custodia cautelare da oltre 1 anno.
Migliaia di bandiere indipendentiste
Migliaia le bandiere indipendentiste catalane sventolate durante il grande corteo, le “esteladas”. In un pomeriggio in cui a Madrid sono stati toccati i 25°C, in questo marzo di primavera nettamente anticipata, la capitale spagnola ha accolto una manifestazione dell’indipendentismo catalano come non si vedeva da tempo. Una risposta anche alla manifestazione “spagnolista” convocata dalla destre alcune settimane fa. Nel corteo erano presenti anche delegazioni dai Paesi Baschi, dalla Galizia e dall’Andalusia. Nel corteo anche bandiere italiane e di altri paesi europei.
In plaza Cibeles la manifestazione si è conclusa sulle note de L’Estaca, la canzone diventata il simbolo della lotta indipendentista. Le organizzazioni ANC e Òmnium erano fra le organizzatrici della marcia. Presenti anche i partiti indipendentisti. Non hanno aderito alla marcia i partiti della sinistra spagnola.
Diversi esponenti politici e personalità intervistate durante il corteo ci tenevano a sottolineare che non si trattava di un corteo “indipendentista”, ma che il principale obiettivo era la liberazione di quelli che vengono da loro definiti “prigionieri politici”.
Il governo socialista di Pedro Sanchez, in una nota, ha risposto agli organizzatori affermando che “la stessa democrazia che protegge la libertà di chi manifesta, è quella che giudica chi salta le norme”.
I tweets dalla manifestazione
Buses in Madrid before the rally to ask for self-determination pic.twitter.com/jqIfqFcLYo
— Help Catalonia 🎗 (@CataloniaHelp2) 16 marzo 2019
E PUR SI MUOVE! #AutodeterminacióNoÉsDelicte #OmplimMadrid16M #Independència pic.twitter.com/U5fBI4bt19
— JaVme Marfany (@JaumeMarfany) 16 marzo 2019
#Madrid 🇪🇸, moltitudinaria manifestazione degli indipendentisti catalani per denunciare il processo farsa ai leader incarcerati da un 1 e mezzo (prigione preventiva) e per il diritto a decidere. #OmplimMadrid16M #autodeterminacionoesdelicte #Catalonia #DemocraciaEsDecidir pic.twitter.com/DvO8Xa0R7M
— carla signorile (@carlasignorile) 16 marzo 2019
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