La Spagna riesumerà le spoglie di Franco il 10 giugno dal Valle de los Caìdos

valle caidos madrid
Il monumento del Valle de los Caidos, a Madrid

MADRID. La notizia è arrivata il 15 marzo: il governo Sanchez ha deciso definitivamente di riesumare il dittatore Francisco Franco dalla tomba nella quale si trova, nel Valle de los Caìdos. Il giorno scelto per l’esumazione è il 10 giugno, quindi dopo le elezioni anticipate del 28 aprile. I resti del dittatore spagnolo verranno trasferiti nel cimitero di Mingorrubio, presso El Pardo, nella periferia dei Madrid.

La decisione arriva dopo mesi di tentativi del governo socialista di esumare i resti dell’ex dittatore. Per Sanchez l’esumazione di Franco era fin dai primi giorni di governo una delle proposte più importanti.

Nove mesi di ostacoli

Nel giugno 2018 Sanchez si era mostrato fin troppo ottimista, affermando che i resti del dittatore sarebbero stati esumati entro l’estate. Poi, una lunga serie di ostacoli: l’interposizione della famiglia Franco, che arrivò a chiedere la sepoltura presso la cattedrale di Madrid, gli stop della magistratura, l’opposizione della chiesa spagnola (alla fine è intervenuto il Vaticano per dare l’ok alla riesumazione) una serie di cavilli e opposizioni hanno ritardato fino ad oggi questa rimozione. Già all’inizio del 2018, quando ancora governava Mariano Rajoy, il Parlamento spagnolo aveva approvato con la maggioranza dei voti l’esumazione del dittatore.

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Perché rimuovere Franco dal santuario del Valle de los Caìdos?

Il dittatore spagnolo Francisco Franco fece costruire, fra gli anni ’40 e ’50 del XX secolo, un enorme santuario alle porte di Madrid. Nell’enorme cimitero si trovano i resti di decine di migliaia di spagnoli morti durante la guerra civile, in entrambi i bandi. Il problema è che per la costruzione del santuario vennero usati migliaia di prigionieri politici repubblicani, e che migliaia di repubblicani sepolti nel Valle de los Caìdos non hanno un nome perché prelevati da fosse comuni dopo la guerra.

Già questo fatto cancella l’idea che il Valle de los Caìdos sia un monumento alla memoria “di tutti”senza distinzione, come affermato dalle destre. Se aggiungiamo che in posizione predominante nel santuario si trova la tomba di Franco e quella del fondatore della Falange, José Antonio Primo de Rivera, risulta ovvio che questo monumento, ben lungi dall’essere un luogo di riconciliazione, è una spina nella memoria collettiva del paese ed un’anomalia in Europa, dove nessun dittatore gode di una sepoltura di questo tipo.

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