
MADRID. Intorno alle 12 di questa mattina si è svolta al nord di Madrid, davanti al grande mausoleo del Valle de los Caìdos (valle dei Caduti), una manifestazione del sindacato anarchico CNT per chiedere “la fine dell’ignominia” e la cancellazione dell’enorme monumento, dove si trovano i resti del dittatore spagnolo Francisco Franco.
La manifestazione, iniziata dal municipio di Cuelgamuros, era organizzata dalla CNT, storico sindacato anarchico spagnolo, diventato maggioritario durante il periodo della Seconda Repubblica.
La manifestazione ha chiesto la demolizione dei simboli franchisti e la cancellazione dell'”ignominia”, con la rimozione dell’enorme croce di granito che sovrasta il mausoleo ed ha ricordato le migliaia di vittime repubblicane sepolte nel santuario, oltre ai prigionieri politici usati negli anni ’40 e ’50 per costruire l’enorme mausoleo.
Mausoleo nel quale, caso unico in Europa, si trovano ancora i resti del dittatore Franco e del leader della Falange, Primo de Rivera. La manifestazione ha chiesto che i resti del dittatore vengano inceneriti e sparsi in luogo ignoto, come accaduto in Germania con i resti di Hitler. Una delle richieste dei manifestanti è stata la demolizione dell’enorme croce di granito che sovrasta il mausoleo.
Il reportage dalla manifestazione anarcosindacalista al Valle de los Caìdos
Dall’insediamento di Pedro Sanchez al governo di Spagna, nell’estate del 2018, si parla diffusamente del mausoleo del Valle de los Caìdos. I socialisti vogliono infatti esumare i resti del dittatore, che si trovano in una posizione rilevante nel mausoleo, meta di pellegrinaggi da parte di nostalgici del franchismo e del fascismo. I tentativi del governo socialisti si sono finora scontrati con una serie di difficoltà ma, se tutto va bene, l’esumazione dovrebbe avvenire il 10 giugno prossimo.
I sindacalisti della CNT chiedono però un passo ulteriore, oltre all’esumazione: e cioè che l’enorme santuario perda tutta la simbologia legata al franchismo, includendo la gigantesca croce visibile a chilometri di distanza.
Lorenzo Pasqualini
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