MADRID. Venerdì 18 marzo c’è stata una notizia molto significativa in Spagna. Il PSOE (partito socialista spagnolo, guidato dall’attuale premier Sanchez), partito maggioritario dell’attuale governo di coalizione, ha impresso una svolta nella posizione della Spagna sulla questione del Sahara occidentale. Madrid ha annunciato infatti, a sorpresa, il proprio appoggio alla proposta del Marocco di dichiarare l’area del Sahara occidentale un’autonomia (sempre all’interno del Marocco). “La Spagna considera la proposta del Marocco, presentata nel 2007, come la base più seria, credibile e realista per la risoluzione” di questa situazione, si legge nella lettera di Sanchez al re marocchino Mohamed VI. Si tratta di una questione internazionale che viene da lontano e bisogna quindi fare delle piccole premesse. Va inoltre contestualizzata in una fase storica di forti tensioni tra Spagna e Marocco, che si erano fatte vedere soprattutto con la crisi migratoria del 2021, in un quadro geopolitico che viene stravolto nelle ultime settimane dall’invasione russa dell’Ucraina.
L’area del Sahara occidentale, ex colonia spagnola poi occupata dal Marocco
L’area dell’attuale Sahara occidentale, situato tra Marocco, Algeria e Mauritania, è stato colonia spagnola nel XX secolo, fino alla caduta della dittatura franchista. Alcune aree lo erano state anche alla fine del XIX secolo. Il processo di de-colonizzazione, acceleratosi con la caduta del franchismo, venne interrotto dalla “marcia verde” del 1976 coordinata dal governo marocchino e da quel momento i territori sono occupati dal Marocco (questo il termine che usa la risoluzione ONU del 1979).
La sovranità del Marocco sul Sahara occidentale non è riconosciuta dall’ONU ed è rifiutata dal Fronte Polisario, che lotta da decenni per l’autodeterminazione del popolo saharawi. La lunga guerra tra Marocco e Fronte Polisario (ed anche tra Fronte Polisario e Mauritania, fino al 1979) è andata avanti fino al cessate il fuoco firmato nel 1991. Nel 2007 il Marocco ha proposto una autonomia per il territorio in conflitto, ma il Polisario ha continuato a chiedere un referendum per l’autodeterminazione.
La svolta della Spagna dopo decenni di neutralità
Per decenni la Spagna ha mantenuto una posizione di neutralità tra Rabat e il movimento indipendentista del Fronte Polisario, che si contendono la sovranità del Sahara Occidentale. Con il riconoscimento dell’autonomia del Sahara occidentale come autonomia marocchina, è evidente il cambiamento storico di posizione. Alcuni analisti hanno sottolineato il legame tra quanto accaduto e la guerra in Ucraina: in sintesi, l’Europa non potrebbe permettersi una situazione di tensione nel “fianco sud”. La questione tra Spagna e Marocco, andava chiusa.
Nuova spaccatura tra socialisti e Unidas Podemos, critiche anche da destra
La decisione del governo di Pedro Sánchez ha provocato forti malumori del socio di coalizione, Unidas Podemos, che ha sempre sostenuto la celebrazione di un referendum che dia alla popolazione saharawi la possibilità di decidere sull’indipendenza della regione. Unidas Podemos non sarebbe stata coinvolta nella decisione, ed è l’ennesima volta nei due anni di governo che si creano forti malumori tra i due soci di coalizione sulla politica internazionale. La rottura più recente era stata quella di fine febbraio, quando Sanchez ha deciso di inviare armi all’Ucraina – come gli altri grandi paesi UE – nonostante la forte contrarietà di UP.
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Dure critiche anche dall’opposizione, con i partiti della destra che chiedono a Sanchez di chiarire. La destra però, in particolare il Partido Popular, dopo un primo momento in cui parlava di “sottomissione ai voleri di Rabat”, si è diviso ed ora si mostra contrario soprattutto al modo in cui la svolta in geopolitica è stata realizzata. Il premier spagnolo tarderà infatti diversi giorni a informare il Parlamento su questa svolta nelle posizioni geopolitiche del paese (lo farà il 30 marzo). Anche su questo mancato coinvolgimento del Parlamento, Pedro Sanchez ed il PSOE da lui guidato hanno ricevuto diverse critiche sia da sinistra che da destra.
Ha mostrato appoggio alla decisione di Sanchez l’ex premier socialista Zapatero. Anche Bruxelles ha salutato l’avvicinamento tra Spagna e Marocco perché “suppone uno sviluppo positivo nelle relazioni bilaterali tra un paese membro dell’UE e il Marocco”. L’ONU ha invece rifiutato la decisione spagnola.
Le conseguenze della svolta: “disgelo” tra Marocco e Spagna
Una delle conseguenze più importanti della svolta della Spagna, e che fa capire meglio come mai Sanchez abbia preso questa decisione, è che sono tornati a “scongelarsi” i rapporti tra Rabat e Madrid. Va ricordato che tra i due paesi negli ultimi anni c’erano state diverse tensioni, con relazioni a dir poco tempestose che avevano raggiunto un punto di particolare gravità con la crisi del 2021, quando a seguito dell’accoglienza della Spagna a Brahim Ghali, il leader del Fronte Polisario, in un ospedale della Rioja, il Marocco facilitò l’ingresso nell’enclave spagnola di Ceuta di ottomila migranti. Una mossa interpretata da Madrid come un ricatto realizzato usando i profughi.
Emeroteca, maggio 2021. La Spagna schiera l’esercito a Ceuta dopo l’arrivo di ottomila migranti a nuoto e a piedi dal Marocco
A seguito della svolta di Sánchez, l’ambasciatrice del Marocco in Spagna, Karima Benyaich, ha fatto ritorno a Madrid dopo mesi di assenza. Un chiaro segnalo del disgelo in corso. Benyaich era stata richiamata da Rabat nel maggio 2021, proprio nei giorni della grave crisi migratoria con le migliaia di persone entrate in massa nell’enclave di Ceuta dal Marocco. Le relazioni con il Marocco entrano quindi in una “nuova fase”. La svolta ha però creato malumori con l’Algeria.
Malumori dell’Algeria, principale fonte di gas per la Spagna
La decisione della Spagna la riavvicina al Marocco, ma la allontana dall’Algeria, che è il paese da cui proviene la maggior parte del gas naturale che si usa nel paese. L’Algeria è infatti da decenni il principale alleato del Fronte Polisario, e vede come fumo negli occhi il riconoscimento del Sahara occidentale come autonomia marocchina. Quali conseguenze ci saranno? In piena guerra russa in Ucraina, con l’Europa che cerca a gran velocità di liberarsi dalla dipendenza dal gas russo, questa crisi con l’Algeria può essere molto negativa per il paese.
Al proposito sta facendo notizia in Spagna in questi giorni il lavoro dell’Italia per cercare di aumentare le forniture di gas dall’Algeria. In un articolo pubblicato da “El Mundo”, si legge: “Draghi si smarca da Sánchez sul Sáhara e posiziona l’Italia come socio preferenziale dell’Algeria nella vendita di gas”. Secondo il quotidiano, che ha mostrato sempre posizioni molto critiche nei confronti dell’attuale esecutivo, l’Italia si posizionerebbe ora in miglior posizione in una situazione globale complicata, per ricevere più gas dall’Algeria.
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