Lo scontro fra Catalogna e governo centrale fa resuscitare l’estrema destra spagnola

Si moltiplicano le manifestazioni dei gruppi neofascisti contro l’indipendentismo catalano in Spagna




L’estrema destra spagnola alza la testa con la scusa dello scontro istituzionale fra Comunità Autonoma della Catalogna e stato centrale spagnolo.

Con l’acutizzarsi dello scontro Spagna fra Catalogna e con la tensione alle stelle in questo mese di settembre 2017 (segui qui la DIRETTA con le ultime notizie sulla sfida indipendentista dei catalani), i gruppi dell’estrema destra spagnola hanno aumentato le manifestazioni e gli attacchi verso il fronte indipendentista e verso le manifestazioni della sinistra, da sempre favorevole alla celebrazione di un referendum (anche se non necessariamente a favore dell’indipendenza).

I gruppi di estrema destra spagnoli sono molto piccoli, e si sono limitati negli scorsi anni a rare azioni  che hanno conquistato l’attenzione dei mass media soprattutto per il carattere aggressivo e violento, come accaduto ad esempio per l’aggressione al centro culturale Blanquerna, nel 2013, per la quale proprio questi giorni è finito in carcere il leader della Falange. 

Aggiornamento. Le manifestazioni unioniste del 30 settembre 2017 e l’evidente presenza della estrema destra

Perché l’estrema destra spagnola è stata “invisibile” negli ultimi anni?

Manifestazione del gruppo neofascista Hogar Social a Madrid

Una delle ipotesi sul perché la destra estremista spagnola sia stata così “tranquilla” e quasi invisibile negli ultimi anni (in confronto ad altri paesi dell’ovest Europa dove si è fatta avanti) è che il Partido Popular al governo dal 2011, abbia di fatto messo a tacere i sentimenti della destra “profonda”, perché al suo interno, di fatto, la ingloba parzialmente.

Le dichiarazioni di alcuni sindaci, consiglieri e addirittura deputati del PP, fatte negli scorsi anni, hanno mostrato come una parte di questo partito abbia ancora la testa ed il cuore ben piantati verso quel franchismo di cui la Spagna si è liberata ormai 41 anni fa.

Anche la politica nei confronti dei rifugiati e degli immigrati portata avanti dal PP, con una chiusura totale alle accoglienze, potrebbe spiegare il silenzio della destra negli scorsi anni e negli scorsi mesi.

Insomma, il PP spagnolo è una sorta di grande recipiente nel quale si trova una destra più moderata e democratica, ma allo stesso anche una destra estremista e legata al passato franchista, di fatto inglobata al suo interno.

L’analisi de eldiario.es sul ritorno della estrema destra in Spagna a causa del conflitto Madrid-Barcellona

L’estrema destra alza la testa con la tensione Spagna-Catalogna alle stelle

Le forti tensioni che stanno scuotendo il paese a causa della rottura istituzionale fra Catalogna e Spagna, stanno però dando linfa vitale ai gruppi estremisti. Nelle ultime settimane le manifestazioni e gli episodi violenti si sono moltiplicati.

All’inizio di settembre, a Madrid, sono comparse scritte falangiste sui muri esterni del Matadero, il centro culturale dove doveva tenersi un atto a favore del diritto a decidere dei catalani, organizzato dalla sinistra madrilena. “Morte al separatismo, Viva la Spagna”, c’era scritto sulle pareti del centro.

Il 20 settembre scorso invece, almeno 300 estremisti di destra si sono riuniti in Puerta del Sol per fischiare e protestare contro i manifestanti che si erano riuniti sotto lo slogan “per il diritto a decidere dei catalani”. Una manifestazione, quella di Puerta del Sol, a cui prendevano parte membri di Unidos Podemos ed altre realtà della sinistra spagnola. I gruppi fascisti sventolavano bandiere franchiste.

L’assalto all’Assemblea di Unidos Podemos a Saragozza

Uno degli eventi più gravi degli ultimi giorni, che ha visto protagonisti gruppi di neo-fascisti, è avvenuto a Saragozza lo scorso sabato 23 settembre (ne abbiamo parlato nella DIRETTA sulla Catalogna).

In quel giorno, l’Assemblea dei deputati di Unidos Podemos e di altre realtà della sinistra spagnola favorevole alla celebrazione di un referendum in Catalogna, che si teneva nel padiglione Siglo XXI, è stata oggetto di contestazione da centinaia di estremisti di destra, accompagnati da numerose bandiere franchiste.

L’assemblea è stata blindata per il rischio di contatto fra le due parti, ma la presenza di pochissimi agenti ha reso la situazione piuttosto delicata.

Il giornale eldiario.es ha poi svelato, nei giorni a seguire, la partecipazione di diversi agenti della polizia nazionale in quella manifestazione.

Un po’ di chiarezza sui nomi del fascismo spagnolo.

Per falangisti, si intendono gli estremisti di destra che si rifanno alla vecchia Falange spagnola, fondata da José Antonio Primo de Rivera negli anni ’30 dello scorso secolo sul modello del fascismo italiano.
In Spagna si parla invece di “franchisti” (dal nome del dittatore Franco) per riferirsi a quei movimenti di estrema destra che rivendicano con orgoglio il passato dittatoriale della Spagna, conclusosi nel 1975 con la morte di Franco. Una dittatura che, per le caratteristiche peculiari, rappresenta una versione tutta spagnola del fascismo.
I giornali spagnoli , per riferirsi agli estremisti di destra, usano soprattutto il termine “ultras” o “ultraderechistas”. Meno usato il termine “fascistas“, che viene utilizzato soprattutto dai movimenti di sinistra per riferirsi alla galassia di estrema destra.

 

Picchetti e manifestazioni neo-fasciste in Catalogna

Ed ancora. Il 22 settembre almeno 400 neo-fascisti si sono concentrati sotto la sede dell’ANC, sventolando bandiere spagnole e protestando contro una concentrazione pro-indipendenza che si era riunita lì. Di fronte al cordone creato dai Mossos d’Esquadra, la polizia locale catalana, gli estremisti hanno acceso bengala e tentato di aggredire un passante.

Il 26 settembre invece una concentrazione convocata dal gruppo neo fascista España 2000 ha manifestato contro un atto pro-referendum che si teneva in un teatro di Valencia. 

Gruppi neo-fascisti hanno portato “tupper” di cibo agli agenti della Guardia Civil che sono stati alloggiati presso le navi da crociera del Porto di Barcellona, in segno di solidarietà verso il loro lavoro.

Non si esclude poi che vi sia anche l’estrema destra dietro le manifestazioni di saluto agli agenti della Guardia Civil in partenza per la Catalogna. Le manifestazioni sono avvenute davanti a molte caserme della Guardia Civil, in giro per la Spagna, accompagnate da slogan come “a por ellos!” (riferendosi agli indipendentisti).

Probabilmente con l’avvicinarsi del primo ottobre gli episodi di questo tipo aumenteranno. Gruppi neofascisti spagnoli come Hazte Oír, Cañas por España o Galicia Bilingüe stanno programmando mobilitazioni a Madrid nel fine settimana.

Risuscita anche il movimento DENAES

Il manifesto della Fondazione DENAES a cui hanno aderito decine di gruppi dell’estrema destra spagnola

La Fundación para la Defensa de la Nación Española, conosciuta come DENAES, fondata nel 2006 per “difendere la nazione spagnola” e “coltivare il patriottismo”, ha convocato per questo sabato una mobilitazione nazionale davanti a tutti i Municipi spagnoli. Lo slogan sarà “la Spagna siamo tutti”. 

Le manifestazioni, dice il comunicato di convocazione delle mobilitazioni, saranno “in difesa degli spagnoli che vedono minacciata la propria nazione, i propri diritti, la propria convivenza” e ” contro il golpe separatista”. 

Alla mobilitazione hanno già aderito decine di gruppi della estrema destra spagnola, incluso Hazte Oír, gruppo di cui si era parlato mesi fa per il polemico pullman transofobo poi bloccato dalla polizia madrilena. 

Aderiscono anche alcuni gruppi ultra-cattolici ed alcune figure del Partido Popular, come l’ex Ministro degli Interni Oreja.

La Fondazione, denuncia il giornale Publico, ricevette fra il 2011 ed il 2014 ingenti finanziamenti (156 mila euro) da parte del governo regionale della Comunità di Madrid, allora guidata dal PP, prima da Esperanza Aguirre e poi da Ignacio González, quest’ultimo attualmente in prigione per le sue responsabilità in una trama di corruzione. 

Manifestazioni contro il referendum a Barcellona

Gruppi di estrema destra di tutta la Spagna, ed anche alcuni provenienti dalla Francia del sud, si recheranno questo fine settimana a Barcellona per manifestare contro il referendum indipendentista.

Secondo quanto riporta il giornale El Confidencial, che a sua volta dà voce a fonti autorevoli,  ci sarebbero decine di pullman pieni di militanti già organizzati da varie città spagnole.

Intanto, pene fino a 4 anni per i falangisti che assaltarono un centro culturale a Madrid

Quattordici falangisti sono stati condannati a pene che variano dai 2 mesi ai 4 anni di carcere per l’assalto al centro culturale Blanquerna di Madrid, avvenuto l’11 settembre del 2013.

L’assalto al Blanquerna, l’11 settembre del 2013. I fatti ed il video dell’accaduto

La condanna definitiva è arrivata ieri, e coinvolge anche il leader nazionale della Falange spagnola (il movimento politico che si rifa alla vecchia Falange creata da Jose Antonio Primo de Rivera), Manuel Andrino, condannato a 4 anni di carcere.

I condannati hanno cinque giorni di tempo per presentarsi volontariamente.

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