Il governo va sotto per il voto contrario di ERC e PDyCAT, i partiti catalani che avevano rotto con Sanchez nei giorni scorsi. Si va verso elezioni anticipate.
MADRID. Il governo di Pedro Sanchez ha le ore contate. Questa mattina l’esecutivo socialista, nato soltanto otto mesi fa, non ha ottenuto i voti necessari per approvare la legge di bilancio del 2019. Finora il governo Sanchez, un esecutivo di minoranza, si era retto sui voti della sinistra (Unidos Podemos) e dei partiti nazionalisti regionali, come quello basco (PNV) e quelli catalani (ERC e PDyCAT), che hanno una folta rappresentanza nel parlamento nazionale.
Proprio i partiti catalani, che formano anche parte del governo indipendentista guidato da Torra, avevano deciso negli ultimi giorni di votare contro Sanchez. Hanno mantenuto la loro decisione di rottura, aprendo il cammino a elezioni anticipate e ad un possibile ritorno delle destre al governo.
I partiti indipendentisti fanno cadere il governo Sanchez
Il motivo: il riaccendersi dello scontro sulla Catalogna. Sanchez ha mostrato fin da subito una linea più morbida e aperta al dialogo con gli indipendentisti, rispetto al governo Rajoy, ma non è bastato. La rottura si è consumata nel fine settimana.
Domenica 10 febbraio la manifestazione della destra spagnola a Madrid
Proprio in questi giorni la situazione è calda per l’avvio del processo ai dodici leader indipendentisti accusati di reati molto gravi per aver preso al processo secessionista dell’autunno 2017. Che sarebbe stata una settimana “da incubo” si sapeva già lunedì, ma forse una settimana fa Pedro Sanchez non avrebbe immaginato questo scenario. Ora la fine anticipata della legislatura è dietro l’angolo e probabilmente verranno convocate elezioni anticipate già oggi. Bisognerà vedere se si terranno insieme alle europee, alle amministrative e regionali di fine maggio, in una sorta di super domenica elettorale, o se si anticiperanno a fine aprile.
Lorenzo Pasqualini
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