Sera del 28 aprile 2019, davanti la sede del PSOE a Madrid (foto: Twitter PSOE).
MADRID. In molti temevano il boom di voti per il partito di estrema destra Vox, ma alla fine la mobilitazione dell’elettorato ha portato a un altro risultato: il PSOE, Partito Socialista spagnolo, ha vinto le elezioni con il 28,7% dei voti e 123 deputati. Insieme a Unidas Podemos, che ha ottenuto il 14,3% e 42 deputati, le sinistre ottengono un risultato insperato alla vigilia delle elezioni rimanendo ad una distanza di 9 scanni dalla maggioranza assoluta (ottengono 165 seggi, mentre la maggioranza è a 176 seggi).
Le destre “no suman”
Serviranno alleanze per ottenere la maggioranza, sì, probabilmente con i partiti nazionalisti regionali, ma il dato della giornata di ieri, un 28 aprile storico per la Spagna, è che le destre “no suman“: sommando il numero di deputati ottenuti dal PP, da Cs (Ciudadanos) e Vox, le destre restano a 147 deputati, ben lontani da quel risultato ottenuto a dicembre in Andalusia e che in molti credevano si sarebbe ripetuto a livello nazionale.
I sondaggi prima del voto: vince il PSOE, ma è una vittoria “a metà”
Il sistema elettorale spagnolo ha punito la frammentazione della destra: il numero di voti reali che è andato alla destra infatti (PP-Ciudadanos-Vox) è praticamente uguale a quello andato alle sinistre (PSOE-Unidas Podemos), poco oltre gli undici milioni di voti.
Il PP perde moltissimi voti
Il dato storico della giornata di ieri è anche la sconfitta del Partido Popular (PP): ha perso moltissimi voti, in una giornata nera. Un “batacazo”, dicono in Spagna: una sconfitta storica e senza precedenti. Ora si aprirà probabilmente un dibattito nel partito conservatore: è evidente che la svolta a destra di Pablo Casado, dopo le dimissioni di Rajoy avvenute nel 2018, non è piaciuta a molti elettori.
L’articolo prima del voto: il PP in crisi di popolarità cerca di ridurre i danni
Partecipazione record al voto
Il dato evidente è quello della mobilitazione: la partecipazione al voto è aumentata di nove punti percentuali rispetto alle elezioni del 26 giugno 2016: 75,78%. Un dato storico, che dimostra come la paura di un ingresso in Parlamento dell’estrema destra abbia mobilizzato l’elettorato progressista disilluso.
Del resto, che la partecipazione al voto stesse toccando punte record, era già evidente ieri alle 14, quando i dati parlavano di un forte aumento della partecipazione al voto in tutto il paese, ancor di più in Catalogna e nelle altre regioni del Nord.
La festa dei socialisti in calle Ferraz a Madrid
Quando ieri sera i risultati erano ancora parziali, intorno alle nove e mezzo di sera, la Calle Ferraz di Madrid, la via dove si trova la sede storica del PSOE, si è riempita di bandiere rosse socialiste e centinaia di persone che gridavano “no pasaràn”.
Quella frase che i repubblicani antifascisti scandivano per dire che i fascisti “non passeranno”. In effetti la Spagna non li ha fatti passare: il discorso ultra-nazionalista e neo fascista di Vox ha ottenuto molti consensi (2 milioni e seicentomila voti non sono certo pochi) ma i 24 deputati che entrano nel Congresso sono meno di quelli che certi sondaggi ipotizzavano alla vigilia delle elezioni. Soprattutto, Vox non potrà governare. E questo per la Spagna di sinistra era l’obiettivo prioritario
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Il 28 aprile 36.893.976 di spagnoli erano chiamati al voto per eleggere le nuove Corti generali, il Congresso dei deputati ed il Senato. Le elezioni erano anticipate dopo la caduta del governo di Pedro Sanchez, ed avvenivano a quasi 3 anni da quelle del 26 giugno 2016. Sono state le quattordicesime elezioni della storia democratica della Spagna.
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