MADRID. La Spagna supera i ventimila morti con coronavirus in questo ennesimo sabato di confinamento e lockdown del paese. Il ministerio de Sanidad ha informato oggi che ci sono stati nelle ultime 24 ore 565 nuovi decessi con coronavirus, ed il numero totale sale a 20.043. Dall’inizio della crisi sono 192mila le persone risultate positive in Spagna, e di queste 74.662 sono state dimesse dall’ospedale.
Preoccupazione per lo stallo: i dati non migliorano
I giorni scorsi sembrava portare speranza la riduzione, seppur lieve, dei nuovi decessi ogni 24 ore e dei nuovi contagi. La riduzione c’è stata, ma adesso preoccupa la situazione di stallo: da una settimana i dati sono simili a quelli del giorno precedente, senza che si apprezzi una ulteriore riduzione. Prima invece la riduzione giorno dopo giorno portava ottimismo e speranza.
E’ anche vero che il ministero sta riorganizzando i dati e negli ultimi giorni anche alcune regioni, come la Catalogna, hanno fatto dei cambi nel metodo di conteggio di casi e deceduti. Il Ministero della salute spagnolo include ora nel conteggio anche positivi asintomatici rilevati dai nuovi test rapidi che da giorni vengono realizzati nel paese. Sanidad avvisa che queste cifre non sono quelle dei casi totali ma solo delle persone positive al coronavirus rilevate.
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Le regioni spagnole più colpite
Per comunità autonome, Madrid resta la regione più colpita con 52.946 contagi e 7.132 morti. In Catalogna i dati parlano di 39.943 casi confermati di coronavirus e 3.879 morti. Molto colpite anche le due Castiglie: in Castiglia-La Mancia 16.349 casi e 1.913 morti, in Castilla y León 15.293 casi e 1.429 morti.
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Verso una proroga del confinamento fino al 10 maggio
Ormai le proroghe dello stato di emergenza in Spagna e quindi del periodo di confinamento continuano a succedersi ogni due settimane. L’orizzonte temporale finora era il 26 aprile, data fino alla quale era stato prorogato il confinamento nel paese. Era però evidente da giorni che sarebbe stato nuovamente prorogato. Gira la data del 10 maggio, che sarà probabilmente confermata a breve. Questo sarà la terza proroga allo stato di allarme proclamato lo scorso 14 marzo.
Il dibattito sulla fase 2, anche in Spagna
In Spagna come in Italia si parla diffusamente anche di come sarà la fase di riapertura. Qui non si parla di “fase 2” ma di “desescalada”, che è lo stesso concetto. Una fase in cui le misure restrittive si ridurranno. Sembra sempre più evidente che le riaperture saranno però molto lente e graduali, ma non c’è ancora chiarezza sul come e quando.
Permettere ai bambini di uscire ed attività sportiva vicino casa
Si dibatte in Spagna come in Italia sull’allentamento di alcune restrizioni, per consentire ad esempio ai bambini di uscire. Dopo oltre un mese di quarantena sta diventando sempre più difficile la situazione per bambini e adolescenti rinchiusi in casa. Si pensa anche a dare la possibilità di fare un po’ di sport vicino casa: finora in Spagna non è consentito, a differenza dell’Italia, dove fin da marzo è consentito correre nei dintorni del proprio domicilio.
L’ipotesi di far uscire i bambini per brevi passeggiate è sul tavolo da settimane, ma il governo sarebbe preoccupato perché la situazione migliora meno rapidamente di quanto sperato. Dentro l’esecutivo ci sono correnti a favore di una maggior flessibilizzazione della quarantena, mentre altre vorrebbero lasciare la situazione com’è ancora per settimane. Secondo Simòn, il responsabile del team di tecnici che ogni giorni dà informazioni in conferenza stampa sulla situazione, usciranno solo quando il numero di nuovi casi sarà abbastanza piccolo da ridurre il rischio di una nuova esplosione dell’epidemia.
La Spagna ha comunque riaperto le attività economiche non essenziali il lunedì dopo Pasqua, prima dell’Italia.
Lorenzo Pasqualini
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