MADRID. La Spagna si trova a poche ore dalla “nuova normalità”: così è stata battezzata dal governo Sànchez la nuova situazione in cui si troverà il paese da domenica 21 giugno 2020. A mezzanotte, in questa notte fra il 20 giugno ed il 21 giugno, verrà tolto lo stato di allarme dichiarato il 14 marzo scorso. Tutto il paese uscirà quindi dalla “desescalada” per fasi che era iniziata a inizio maggio.
Restano importanti raccomandazioni di igiene e responsabilità, perché il virus è ancora in circolazione, e restano le misure di distanziamento sociale e uso della mascherina obbligatorio su mezzi pubblici, in luoghi pubblici al chiuso e nella via pubblica se non si può mantenere la distanza minima di 2 m.
Il presidente del governo spagnolo, Pedro Sànchez, ha invitato alla responsabilità individuale per evitare che ci siano nuovi focolai e una nuova ondata dell’epidemia.
Fine dello stato di allarme in Spagna: è durato 98 giorni
Sono stati 98 giorni eccezionali, senza precedenti nella storia del paese, con restrizioni straordinarie ai movimenti e alle libertà di circolazione.
La novità più importante che porta la fine dello stato di allarme è che cadono le restrizioni ai movimenti fra comunità autonome. Dal 21 giugno ci si potrà spostare anche fra diverse regioni spagnole, cosa finora non consentita (salvo alcune eccezioni). Sempre dal 21 giugno tornano anche i viaggi internazionali: la Spagna riapre infatti le frontiere. La Spagna invita però alla massima attenzione, ed a spostarsi con responsabilità per evitare nuovi contagi. Il ritorno della libera circolazione porta infatti seri rischi di un aumento dei contagi.
Da mezzanotte la Spagna riapre le frontiere
Fra poche ore, in questa notte di solstizio d’estate (alle 23.44 entriamo ufficialmente nell’estate astronomica), la Spagna apre le frontiere verso i paesi europei. Unica eccezione, il Portogallo, con cui le frontiere verranno riaperte il primo luglio.
La Spagna arriva il 21 giugno alla “nuova normalità” con una situazione epidemiologica diversa a seconda delle regioni. Madrid e Catalogna sono ancora le regioni più colpite, ma la Catalogna è entrata il 18 giugno nella fase 3, mentre la regione madrilena si trova ancora nella fase 2. Altre regioni sono uscite anticipatamente pochi giorni fa dallo stato di allarme, grazie a una maggior flessibilità del governo nella sesta proroga di questo stato emergenziale previsto dalla Costituzione.
21 giugno 2020, primi 100 voli in Spagna. Il ministro visita Barajas
Il ministro dei trasporti, José Luis Ábalos, ha dichiarato alla stampa che il 21 giugno in Spagna atterreranno 100 voli nel giorno di apertura delle frontiere con spazio Schengen e Unione Europea. Ábalos ha visitato, insieme al ministro de Sanidad, Salvador Illa, l’aeroporto Adolfo Suárez Madrid-Barajas per verificare le misure di sicurezza messe in pratica nello scalo madrileno, la cui attività è rimasta ai minimi nei mesi di lockdown, e che anche nel mese di giugno ha visto un traffico molto ridotto rispetto a un periodo normale.
“Ora è il momento della responsabilità individuale”
Ora è il momento della responsabilità, insistono dal governo e tutte le autorità sanitarie, molto preoccupate per eventuali nuovi focolai e soprattutto per una possibile nuova ondata di casi. Lo ha detto oggi anche il presidente del governo Pedro Sànchez, in una conferenza stampa. Preoccupano non solo i focolai in alcune case di riposo e a seguito di feste o incontri, ma anche l’aumento di casi di COVID-19 fra adolescenti e giovani in Catalogna, con età compresa fra i 15 e i 29 anni.
Sànchez: “il virus può tornare”
Sànchez ha chiesto di non abbassare la guardia perché dopo la fine dello stato di allarme “il virus può tornare e colpirci di nuovo in una seconda ondata, e dobbiamo evitarlo ad ogni costo”, ha detto.
Gli articoli sulla “desescalada”, la fase di riaperture in Spagna da maggio a giugno 2020
Sànchez ha fatto una dichiarazione istituzionale dalla Moncloa a poche ore dalla fine dello stato di allarme affermando che “ora inizia una nuova tappa“, nella quale “riconquistiamo la mobilità”.
Sànchez ha ricordato anche che il confinamento dei mesi scorsi ha permesso, secondo uno studio, di salvare oltre 450.000 vite umane in Spagna e ben 3 milioni di vite in tutta Europa. “Lo stato di allarme – ha detto Sànchez – ha permesso di limitare i movimenti, evitando nuovi contagi e salvando migliaia e migliaia di vite umane”.
98 giorni di stato di allarme: novemila arresti e 1,2 milioni di multe
Lo stato di allarme si conclude in Spagna con 9.000 detenzioni e quasi 1,2 milioni multe per infrazioni alle norme che vietavano spostamenti. Quasi la metà delle sanzioni si concentrano fra Madrid, Andalusia e Comunità Valenciana.
La situazione coronavirus nel paese
La situazione l’abbiamo descritta in questo articolo di pochi giorni fa (18 giugno). Dopo la confusione che si era creata sulle cifre ieri il Ministero della sanità ha reso pubblico che ci sono stati finora 28.300 morti. Nelle ultime 24 ore ci sono stati 134 nuovi contagi. Rimane alta l’attenzione sui focolai, finora tutti noti e circoscritti, in alcune case di riposo. Queste situazioni sono sotto controllo secondo quanto riportano le autorità.
Lorenzo Pasqualini
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