Seconda ondata, cosa sta succedendo a Madrid? La situazione coronavirus il 24 settembre 2020

madrid 23 settembre 2020
Un articolo del quotidiano spagnolo “El Paìs” del 23 settembre 2020.

La situazione contagi nella regione di Madrid è sempre più critica. In tutta la regione (la Regione di Madrid comprende la capitale e numerose città satelliti, molto popolate), l’incidenza di nuovi casi ogni 100mila abitanti è pari a 754. Un numero molto al di sopra della media nazionale (314) che è già fra i più alti d’Europa. In questi giorni l’area di Madrid è quella dove si contano più nuovi contagi d’Europa, ancor più delle aree di Parigi e Londra.

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Di fronte a questa situazione di continuo peggioramento, con gli ospedali sempre più sovraccaricati dal crescente numero di ricoveri di malati con COVID, il governo regionale ha chiesto aiuto a quello nazionale.

Lunedì 21 settembre si è tenuta una riunione fra la presidentessa della Comunità Autonoma di Madrid, Isabel Ayuso, ed il Presidente del Governo Pedro Sànchez, nella quale è stata messa a punto una strategia di collaborazione per cercare di contenere l’espansione della pandemia.

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Al termine della riunione i due presidenti si sono presentati davanti le telecamere, circondati da bandiere della Spagna e di Madrid (una bandiera rossa con sette stelle bianche) per mostrare unità.

Lo stesso giorno, lunedì 21, sono entrate in vigore restrizioni in 37 aree sanitarie della città dove l’incidenza è di oltre 1000 nuovi casi ogni centomila abitanti: una sorta di “semi-lockdown” con molte eccezioni, che riporta però queste zone a livelli di restrizioni che non si vedevano da mesi. Secondo diversi osservatori sono misure inefficaci e che allo stesso tempo creano un

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Due giorni fa le autorità nazionali hanno chiesto espressamente ai madrileni di “non uscire di casa” se non è per motivi di urgenza. Si tratta di raccomandazioni.

Al momento il Governo regionale esclude un “lockdown” come quello di primavera, ma ha chiesto “aiuto urgente al Governo”, chiedendo che vengano inviate unità dell’Esercito per aiutare la regione nell’allestimento di ospedali da campo e per lavori di tracciamento.

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Si va verso “semi-lockdown” in altre aree sanitarie

Tutta la regione (con oltre 6 milioni e mezzo di abitanti) attende di sapere le decisioni dei prossimi giorni. Il governo regionale di Madrid ha fatto sapere che venerdì 25 settembre annuncerà nuove misure.

Al momento sembra escluso un “lockdown” per tutta la regione, e sembra più probabile che le misure già in vigore in 37 aree con situazione critica vengano estese ad altre aree. Sono aree in cui l’incidenza di nuovi casi supera ormai i 1000 nuovi casi per 100.000 abitanti (più di un malato ogni cento persone).

Alcune di queste nuove aree potrebbero essere il quartiere di Lavapiés, in pieno centro, zone di Tetuan e del quartiere Moratalaz, aree di Torrejòn de Ardoz, Mòstoles e Alcorcòn.

Il Governo madrileno ha ripetuto anche oggi, 24 settembre, che esclude una dichiarazione di stato di allarme regionale. 

Il Ministro Salvador Illa: “Ci attendono settimane dure a Madrid”

In un’intervista di ieri, 23 settembre, il Ministro della Salute Salvador Illa ha affermato che “al momento non è necessario confinare Madrid se verranno adottate le giuste misure”, ma dallo stesso Ministero si invitano i madrileni a non uscire di casa se non strettamente necessario. L’invito a non uscire è stato fatto il 22 settembre ai cittadini. Oggi il Ministro Salvador Illa ha affermato: “ci aspettano settimane dure a Madrid”.

Il governo regionale, sempre più in difficoltà, ha chiesto l’aiuto dell’Esercito (già dispiegato nei mesi più critici con le unità civili di emergenza), per montare tende da campo nei cortili degli ospedali e realizzare lavori di disinfezione e aiuto nell’effettuare test di massa. Sono le unità militari che a marzo e aprile pattugliarono le città per informare la cittadinanza della situazione di emergenza sanitaria. Ora potrebbero tornare, stavolta in numero maggiore.

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