
MADRID. Con sempre maggior insistenza Madrid guarda a Milano, e la Spagna guarda all’Italia, in questo quadro emergenziale di crisi per il coronavirus. Fino a pochi giorni fa, mentre l’Italia già aveva chiuso le regioni del nord con misure eccezionali, nel paese iberico regnava ancora la tranquillità.
Il messaggio del governo guidato da Pedro Sànchez era quello di tranquillizzare: “la situazione qui non è come in Italia”, dicevano. Il Ministero di sanità insisteva anche sul fatto che la maggior parte dei casi era importato da fuori.
Fino all’8 marzo nessuna restrizione in Spagna
Fino all’8 marzo non era stata presa nessuna misura particolare, e venivano escluse restrizioni. Le sensazioni diffuse fra la popolazione in Spagna erano contrastanti: alcuni ritenevano che l’Italia stesse esagerando con misure troppo restrittive, e si lamentavano incluso di un “eccessivo allarmismo in Spagna”, altri al contrario ritenevano che la Spagna stesse commettendo un grave errore sottovalutando un rischio serio.
Il fatto di non aver sospeso i cortei dell’8 marzo, come accaduto in Italia, ha sollevato critiche al Governo. Che ha partecipato alle manifestazioni femministe con numerosi ministri.
Le critiche al Governo sono cresciute l’8 marzo, quando non sono state poste restrizioni ai grandi cortei femministi dell'”8M”, e a Madrid oltre centomila persone si sono riversate in piazza.
Il 9 marzo è cambiato tutto
Le cose sono cambiate radicalmente nella notte fra l’8 marzo ed il 9, quando i casi di coronavirus in Spagna, e soprattutto a Madrid, sono improvvisamente raddoppiati. Da quel momento il governo regionale ha deciso di chiudere scuole e università: una misura entrata in vigore soltanto ieri, 11 marzo.
Ma anche in questo caso, sono emerse le resistenze del Governo nazionale a prendere questa misura così restrittiva. Secondo la stampa spagnola, il governo nazionale non voleva che si arrivasse a questa misura, che mette in difficoltà milioni di famiglie.
No hay que olvidar este titular a la hora de exigir responsabilidades. #YoMeQuedoEnCasa pic.twitter.com/WRugFqxkCn
— Jorge Vilches (@Jorge_Vilches) March 12, 2020
La Spagna guarda con attenzione all’Italia
In questi giorni le notizie dalla Spagna sono state accompagnate sempre da quelle che venivano dall’Italia: i servizi e gli articoli sull’Italia blindata per coronavirus, hanno avuto enorme risalto in Spagna. Di fronte a queste misure, molti spagnoli e molti italiani in Spagna si sono domandati: “chi sta sbagliando?“. Il governo italiano sta esagerando, o il governo spagnolo sta tardando troppo nell’applicare misure?
L’Amb. Sannino a @Lanoche_24h: “La risposta che il Governo italiano sta dando all’emergenza #COVID-19 è stata tempestiva e assunta su base scientifica, improntata alla massima trasparenza nei confronti della comunità internazionale” https://t.co/xzPGM5ftx4 (dal 01:18:10’) pic.twitter.com/N1VEJsYETc
— Italy in Spain (@ItalyinSPA) March 11, 2020
Italiani in Spagna scettici per le misure poco restrittive
Fra la comunità italiana in Spagna sembra prevalere l’appoggio alle misure prese in Italia e la critica verso le poche misure prese in Spagna, giudicate insufficienti e tardive. “Non hanno imparato dagli errori fatti in Italia”, è uno dei commenti di alcuni italiani.
Moltissimi italiani in Spagna hanno invitato, utilizzando i canali social ad esempio, a seguire le indicazioni del governo italiano a restare in casa facendo lo stesso anche in Spagna, ed è stato lanciato l’hashtag #yomequedoencasa, in parallelo con l’italiano #iorestoacasa. Ma in Spagna non è stata diramata nessuna indicazione ufficiale che inviti a restare in casa. Sempre più spagnoli stanno però chiedendo che anche la Spagna segua la strada dell’Italia.
Madrid, musei chiusi e parchi pieni in serata
Le misure restrittive a Madrid sono comunque aumentate nelle ultime ore, e la mattina del 12 marzo il traffico nelle vie della città è notevolmente calato. Molte imprese stanno facendo lavorare da casa i propri dipendenti, e per il secondo giorno di seguito la chiusura di scuole e università (con oltre 1 milione e mezzo di alunni a casa), ha ridotto ulteriormente il flusso di spostamenti. Da ieri, che peraltro era l’anniversario degli attentati del 2004, sono chiusi tutti i musei, le biblioteche, i teatri, i monumenti.
Ieri sera, i parchi e le aree aperte della città erano piene di gente, molto più di quanto non avvenga in un sabato sera normale di primavera. E ieri, era mercoledì. Certo, l’11 marzo (ed anche oggi) ha visto temperature molto alte in città, con una massima di 25°C più da inizio maggio che da inizio marzo, ma la sensazione di molti madrileni era di assistere a un’ intera città “per strada”. O meglio, nei parchi. “Non ho mai visto tanta gente al parco”, commentavano ieri delle signore passeggiando in una villa del quartiere Moratalaz. Piste ciclabili affollate e giardini pieni di persone che facevano sport anche in altri quartieri della città: da ieri del resto, molti centri sportivi, palestre e piscine hanno sospeso le attività di gruppo.
Ancora ieri intanto, in numerosi supermercati della capitale gli scaffali di pasta, riso, carta igienica e scatolame, erano vuoti dopo la presa d’assalto avvenuta il giorno prima.
La situazione a Madrid alle 12 del 12 marzo 2020: oltre 1380 casi positivi di coronavirus
Nella regione di #Madrid risultano 1388 casi di #coronavirus alle 12 del 12 marzo 2020. https://t.co/nHzzKrQlut
— El Itagnol (@elitagnol) March 12, 2020
“Madrid non chiuderà”
Il messaggio delle autorità è però ancora di invito alla tranquillità ed esclude misure più restrittive “al momento”. L’11 marzo il governo regionale di Madrid ha ripetuto: “Madrid non chiuderà”, escludendo quindi che la capitale della Spagna finisca come Milano o come ormai tutta l’Italia, chiusa e blindata di fronte al dilagare del coronavirus.
Ed anche il governo centrale ha ripetuto che al momento non sono allo studio ulteriori restrizioni. Ma come scrive oggi il quotidiano El Paìs, “Madrid è pronta a tutto per contenere il virus“.
Valencia vuole la sospensione dei treni alta velocità con Madrid
Da altre regioni però, come la Comunità Valenciana, arrivano segnali di malessere: il governo regionale valenciano è arrivato a chiedere la sospensione dei trasporti ferroviari fra Madrid e Valencia.
Governo preoccupato per una eventuale chiusura della capitale di Spagna
Il Governo centrale esclude ancora la chiusura di Madrid, fortemente preoccupato per l’eventuale blocco di una delle locomotive economiche del paese, ma allo stesso tempo sta studiando con attenzione quanto accade in Italia (peraltro i contatti fra i governi spagnolo e italiano sono intensi, secondo quanto ha riferito recentemente l’Ambasciatore italiano in Spagna, durante una intervista televisiva).
La Spagna “si guarda allo specchio dell’Italia”: questa espressione è stata usata più volte in questi giorni ad alcuni giornalisti, in riferimento al fatto che la Spagna può capire in che direzione andranno le cose analizzando la situazione dell’Italia, paese molto simile in molti aspetti.
Il vantaggio della Spagna in questi giorni, se così si può definire, è di poter guardare all’Italia come uno specchio, per capire quali errori evitare e quali misure prendere. Fino ad ora il comportamento di fronte all’emergenza è stato però piuttosto diverso.
I contagi a Madrid crescono
Ma ormai il numero di contagi in città ha superato quota mille, ed alcuni giornali fanno paragoni con la situazione di Milano quando a fine febbraio vennero fortemente limitate le attività in città. Oggi El Paìs pubblica un grafico nel quale confronta le misure prese da Milano e da Madrid in relazione con il numero di casi di contagio. E Madrid appare indietro rispetto a Milano, nell’applicazione delle prime restrizioni.
Spagnoli dall’Italia consigliano alla Spagna di aumentare le misure
Si moltiplicano anche le testimonianze di spagnoli in Italia che invitano la Spagna a prendere in fretta misure più restrittive: “è già tardi, bisogna chiudere tutto anche in Spagna, come in Italia”, dicono diversi spagnoli intervenendo sui canali social.
Ieri ha iniziato a circolare in modo virale su social e chat un video di un medico spagnolo in Italia, che riportiamo qui sotto. Il medico sottolinea il grave rischio di un collasso del sistema sanitario se non si rallenta l’espansione del virus.
Il messaggio alla Spagna dall’Italia: “fate presto”
Sono sempre più numerosi i messaggi di spagnoli che vivono in Italia che, usando l’hashtag “yomequedoencasa” raccontano la propria esperienza in Italia. E invitano gli spagnoli a non sottovalutare il pericolo. Raccontano di come inizialmente anche a Milano si tendeva a sottovalutare i rischi, e di come le misure prese sembravano eccessive. Ma poi le notizie dagli ospedali sovraccarichi, hanno fatto capire che la situazione era realmente molto grave. La mattina del 12 marzo è trending topic l’hashtag #yomequedoencasa, e molti spagnoli chiedono di evitare che la situazione diventi come quella italiana, ed invitano ad aumentare le misure restrittive.
#yomequedoencasa Una chica en Italia q ya avisa d las cagadas d España q nos esta llevando a lo mismo q ellos. Quedaros en casa, nada d viajes pic.twitter.com/y4J1hM5LRu
— 4 gatos🦉Buhita como tú (@Joyfam7) March 12, 2020
#yomequedoencasa porque no queremos la situación que ahora mismo tiene Italia. pic.twitter.com/a4huHI38iZ
— Albiita Perezosa (@Albiitaperezosa) March 12, 2020
Hoy es mi segundo día en casa en Madrid. Yo no tengo por qué marcharme (aunque no tenga síntomas de nada) y poner en riesgo a mis padres, a mi abuela, a toda mi familia en general. Las recomendaciones están para cumplirse. Mirad a Italia. #YoMeQuedoEnCasa
— Elena Garvi (@Elegarvi) March 12, 2020
Lorenzo Pasqualini
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