MADRID. Ogni sera si allargano le proteste contro il governo Sánchez in Spagna. Tutto era iniziato a fine aprile, con caceroladas ai balconi convocate dal partito di estrema destra Vox. Le manifestazioni alla finestra, con baccano di pentole e casseruole sbattute allo scoccare delle nove di sera, hanno cominciato a contrapporsi all’altro appuntamento della quarantena: gli applausi delle otto al personale sanitario , iniziati la prima sera di confinamento, a metà marzo.
Gli applausi erano stati, fin dal primo giorno della quarantena, un segno di gratitudine verso i lavoratori in prima linea, un messaggio senza sfumature politiche. A fine aprile però, Vox ha iniziato a diffondere messaggi di contrarietà verso questa manifestazione al balcone, ed anche contro la diffusione della canzone “Resistiré” del Duo Dinamico, e a promuovere le caceroladas contro Sànchez.
Vox ha usato fin dal primo momento un messaggio incendiario contro il governo, accusandolo di “negligenza” nella crisi del coronavirus e allo stesso tempo di voler creare un sistema dittatoriale con le proroghe allo stato di allarme.
Fra fine aprile e inizio maggio quindi, alle 20 e alle 21 hanno iniziato a contrapporsi alla finestra due diverse “Spagne”: quella critica con il governo, simpatizzante per la destra, e quella che difende la sanità pubblica e generalmente più vicina alle posizioni dell’attuale esecutivo.
Dal 10 maggio le manifestazioni nel quartiere Salamanca
Domenica 10 maggio, nel ricco quartiere Salamanca di Madrid, noto per l’elevato appoggio dei suoi abitanti ai partiti della destra e chiamato “la milla de oro de Madrid“, il miglio d’oro, le caceroladas contro il governo si sono spostate per strada.
La protesta, inizialmente scatenata dal dissenso per la decisione di non riaprire Madrid già dall’11 maggio come accaduto in altre zone del paese meno colpite dall’epidemia, si sarebbe intensificata dopo l’intervento della Polizia.
Le manifestazioni del quartiere Salamanca di Madrid contro il governo (video)
Da allora, ogni sera si sono formate concentrazioni di alcune centinaia di persone con bandiere spagnole e pentole in mano, che al grido di “libertad!” hanno manifestato nella centrale calle Núñez de Balboa.
Le proteste sono cresciute quando il governo centrale ha detto nuovamente di no alla richiesta del governo regionale di Madrid (governato dalla destra), di passare alla “fase 1” dal 18 maggio, un nuovo livello di allentamento delle restrizioni nel quale si trova ormai il 70% degli spagnoli.
Madrid è la regione più colpita dall’epidemia, e il governo ritiene ancora prematura l’apertura di bar all’aperto e la possibilità delle riunioni con amici e familiari previste da questa fase. Il governo regionale amministrato da Partido Popular e Ciudadanos e guidato da Isabel Ayuso vuole invece riaprire tutto (anche se con disaccordi interni, culminati anche con dimissioni importanti).
Secondo il governo regionale madrileno il no dell’esecutivo nazionale alla riapertura di Madrid sarebbe “una strategia del PSOE e Unidas Podemos per causare la rovina della regione”. Una posizione piuttosto curiosa, perché se da una parte la destra critica il governo centrale di negligenza e di non aver chiuso tutto “in tempo”, ora chiede una riapertura accelerata, che va contro le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della sanità.
Ora i socialisti e la sinistra accusano la Ayuso di aver fomentato le proteste con false informazioni.
Malumore per il no all’allentamento delle restrizioni a Madrid
Uno degli slogan più ripetuti in queste proteste è “libertad!” e “gobierno dimisiòn!”. Le proteste sono cresciute ulteriormente nel fine settimana, quando il governo centrale ha detto nuovamente no al passaggio di Madrid nella fase 1. Da lunedì 18 maggio, il 70% degli spagnoli è entrato in fase 1, mentre Madrid, Barcellona e la Castiglia e Leòn restano ancora in fase zero con ampie limitazioni alle libertà di movimento. Il motivo è che queste regioni hanno avuto un livello di contagi e morti molto elevato, con i sistemi sanitari praticamente al collasso fra marzo e aprile. Riaprire troppo in fretta sarebbe altamente rischioso, secondo il governo centrale, che segue le indicazioni dei gruppi di tecnici.
Dai quartieri ricchi di Madrid al resto della Spagna
Negli ultimi giorni le proteste si stanno allargando. Nel fine settimana del 16-17 maggio (a Madrid più lungo per la festività di San Isidro, caduta quest’anno di venerdì) proteste in strada ci sono state anche in altri quartieri benestanti e con reddito pro capite molto elevato di Madrid e della regione. Ad esempio presso La Moraleja, dove il reddito medio supera i 110mila euro. Manifestazioni si sono tenute sabato 16 maggio in almeno venti quartieri della capitale, secondo i dati della Polizia (venerdì erano state dieci). Circa 500 le persone presenti nella manifestazione del 15 maggio presso calle Nunez de Balboa.
Migliaia in piazza nel fine settimana
Presso il Paseo de la Castellana, la grande avenida che taglia Madrid da sud a nord, altra delle zone ad alto reddito di Madrid e con un elettorato molto spostato a destra, si sono riunite circa mille persone. Domenica le proteste si sono tenute in 35 diverse zone della capitale. Presso Paseo de la Habana sono arrivate a riunirsi 4.000 persone. Un crescendo.
Madrid, ieri sera. Centinaia di persone a paseo de la Habana, in uno dei quartieri con il reddito pro capite piú alto del paese, protestano contro le misure di emergenza per il #Covid19. Incoraggiate dal Governo regionale e appoggiate dall’estrema destra di Vox. pic.twitter.com/Rkgsl6B1sk
— Mariangela Paone (@mapaone) May 18, 2020
Imagen en directo del barrio de Salamanca, en Madrid, donde se repiten las protestas contra el Gobierno y por el fin del confinamientohttps://t.co/aNlG2IDc99 pic.twitter.com/PUbK9cI6xO
— Telediarios de TVE (@telediario_tve) May 17, 2020
Paseo de la Habana, Madrid.
21.09 pic.twitter.com/YBFjIEU2t7— Mariangela Paone (@mapaone) May 17, 2020
Dai quartieri ricchi di Madrid al resto della Spagna
Finora le proteste si sono concentrate nelle aree ricche e benestanti della città, ma caceroladas più forti si sono avvertite nel fine settimana, in particolare domenica 17 maggio, anche in quartieri popolari come Vallecas e Moratalaz, anche se in diversi casi contrastate da grida di dissenso e slogan che scandiscono: “sanidad publica!”
La protesta si allarga
Ora la protesta sembra allargarsi e perdere il vincolo con le aree più ricche. Ieri, 18 maggio, le proteste si sono allargate ad altre città della Spagna, da Siviglia a Santander. Qui sotto i video che arrivano dalle due città.
Segundo día de protestas en Sevilla. #PedroSanchezDimision El barrio de Salamanca cada vez es más grande pic.twitter.com/7WAYTsrt5B
— Borja Jiménez (@borjajimenezd) May 18, 2020
Santander !!!! pic.twitter.com/UPNGBCGnjI
— FERNANDO CAMPO (@FECAMPO) May 15, 2020
Piccole concentrazioni con decine di persone che sono scese in strada per la prima volta, invece di suonare le pentole alla finestra, sono avvenute anche in quartieri popolari di Madrid.
Vox appoggia le manifestazioni
L’estrema destra spagnola, in particolare il partito Vox, si sta mostrando molto attiva nell’incoraggiare ed appoggiare queste proteste sui gruppi social e reti chat. Ci sono diversi leader di Vox e personalità della destra spagnola che stanno partecipando alle proteste e aiutando nella diffusione delle caceroladas sui social. Del resto era stato proprio Vox a lanciare le caceroladas alla finestra nel mese di aprile.
Fonti ufficiali del partito hanno riferito oggi di non avere nulla a che vedere con le proteste dello scorso fine settimana per chiedere le dimissioni di Pedro Sanchez, ma definisce le proteste il simbolo “una Spagna che si rialza in piedi”.
Proteste e fischi sotto casa del ministro spagnolo Abalos
Il ministro dei Trasporti spagnolo, Jose Luis Abalos, è stato fischiato sotto casa da un gruppo di una ventina di persone nella serata di ieri, 18 maggio, ed oggi il ministro ha accusato la presidente della Comunità di Madrid, Isabel Diaz Ayuso, di alimentare manifestazioni in strada senza rispetto del distanziamento sociale.
Proteste anche davanti casa di Pablo Iglesias
Proteste ci sono state anche davanti la casa di Pablo Iglesias, leader di Podemos ed attuale vicepresidente del governo. Il leader di Podemos ha detto che così come oggi la destra protesta contro il governo, domani la sinistra potrebbe farlo sotto le finestre del governo regionale madrileno di Isabel Ayuso, ed ha anche avvertito che il clima di tensione è negativo e che “si sa da dove si inizia ma non si sa dove si finisce”.
Cresce anche la risposta: “sanidad publica!”
Se da un lato si fanno sempre più rumorose le proteste contro il governo Sànchez, ci sono stati anche, in diversi quartieri, episodi di risposta alle manifestazioni della destra. Grida di “sanidad publica!” si sono sentite durante le caceroladas nei quartieri del sud-est della capitale, e ci sono state anche concentrazioni in piazza, separate da cordoni di polizia.
La situazione si sta scaldando: se da una parte crescono le mobilitazioni anti-governative, dall’altra cresce anche il malumore di quella metà di spagnoli che ancora appoggia il governo, come mostrato dagli ultimi sondaggi. Sondaggi che, se da una parte fotografano un aumento di consensi per il fronte della destra, ed un calo di consensi per Sànchez, non mostrano un crollo nella fiducia verso l’esecutivo “rosso-viola”, come potrebbe far pensare l’immagine delle proteste. Se si votasse oggi, il governo potrebbe restare alla Moncloa stando a questi sondaggi.
20 maggio. Il leader di Vox: “la protesta delle casseruole è imparabile”, ed accusa Sànchez della morte di migliaia di spagnoli
Lorenzo Pasqualini
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